Covid, non scendono contagi e morti. Possibile un colpo di coda del virus

covid lazio e italia

Sono 5.193 i nuovi contagi da coronavirus in Italia oggi, sabato 11 settembre 2021, secondo i dati – regione per regione – del bollettino della Protezione Civile. Da ieri registrati altri 57 morti, che portano a 129.885 il totale dei decessi dall’inizio dell’emergenza legata al covid-19. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 333.741 tamponi, il tasso di positività è all’1,5%. Le persone ricoverate in ospedale con sintomi sono 4.117 (-47 rispetto a ieri), mentre sono 547 i pazienti in terapia intensiva (-1), con 40 ingressi in 24 ore

Nel Lazio aumentano contagi e decessi

“Oggi nel Lazio, su 7.757 tamponi molecolari e 12.866 tamponi antigenici per un totale di 20.623 tamponi, si registrano 362 nuovi casi positivi (+16), -42 rispetto a sabato 4 settembre. Sono 3 i decessi (+1), 445 i ricoverati (-12), 59 le terapie intensive (+2) e 617 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 1,7%. I casi a Roma città sono a quota 191”. Lo riferisce l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, nel bollettino al termine della videoconferenza della task-force regionale Covid-19 con i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere, policlinici universitari e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Nelle province si registrano 59 nuovi casi, e zero decessi.

Pregliasco: possibile un colpo di coda del virus

Nella lotta a Covid-19, “per il prossimo futuro dobbiamo pianificare le cose aspettandoci uno scenario con un possibile colpo di coda” del virus, “che non è detto che ci sia”. Ma contro il quale “dobbiamo attrezzarci al meglio” e “continuare a vaccinare”. In vista della ripresa della scuola in presenza, il virologo Fabrizio Pregliasco invita a giocare d’anticipo, a prepararci per non farci sorprendere da una possibile ripresa dei contagi.

“Nei prossimi mesi – ricorda infatti all’Adnkronos Salute il docente dell’università Statale di Milano – ci aspetta una co-presenza di fattori di rischio. Gli stessi che favoriscono anche l’influenza o altre infezioni respiratorie. L’apertura delle scuole, gli sbalzi termici, lo stare più al chiuso, la fine o la riduzione dello smart working”. Elementi che si sommano a “un certo annaspare della campagna vaccinale nel raggiungere coperture ancora migliori”, osserva l’esperto.