Covid, oltre 70mila contagi ma ancora tanti morti: 155. E continueranno per settimane

covid lazio e italia

Sono +71.075 i nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore in Italia e 155 i morti. Emerge dai dati aggiornati sui contagi. In totale salgono a 170.682 le vittime dall’inizio della pandemia e 20.539.016 i casi totali di Covid. Da ieri sono +341.191 i tamponi effettuati e il tasso di positività è al 20,8%. In calo i ricoverati: sono in totale 10.944 (-40 rispetto a ieri) i ricoverati con sintomi mentre sono 405 (-5) i ricoverati in terapia intensiva con 43 ingressi del giorno.

Lazio, meno contagi ma più morti e ricovleri

“Oggi nel Lazio, su 4.794 tamponi molecolari e 27.205 tamponi antigenici per un totale di 31.999 tamponi, si registrano 6.108 nuovi casi positivi (-725); sono 11 i decessi (+2), 1.089 i ricoverati (+11), 68 le terapie intensive (-1) e +6.109 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 19%. I casi a Roma città sono a quota 2.707”. Lo riferisce l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, nel bollettino quotidiano Covid. “Continua la frenata dei casi, -2.404 rispetto alla scorsa settimana”, sottolinea. Sono 229.810 le persone attualmente positive a Covid-19 nel Lazio, di cui 1.089 ricoverati, 68 in terapia intensiva e 228.653 in isolamento domiciliare. Dall’inizio dell’epidemia i guariti sono 1.670.054, i morti 11.654, su un totale di 1.911.518 casi esaminati, secondo il bollettino aggiornato della Regione Lazio.

Pregliasco: i decessi continueranno ancora per settimane

“Probabilmente siamo arrivati all’apice” e il picco di questa ondata estiva di Covid-19 è stato raggiunto. Ma “si vedrà forse la prossima settimana o fra 2, perché di picco toccato si può parlare solo quando c’è un’effettiva discesa”. Così all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all’Università Statale di Milano, commentato i dati del monitoraggio settimanale Iss. “E’ chiaro che, come abbiamo visto in tutte le precedenti ondate di Covid, i casi gravi e anche i decessi continueranno a esserci”. Perché la discesa di ricoveri e morti arriva “con quel ritardo di 2-3 settimane che ormai conosciamo – ribadisce il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi – legato all’insorgenza delle complicanze della malattia, che si manifestano più tardivamente rispetto all’infezione”.