Covid, Pregliasco: “Attenti, vaccinazione e guarigione non sono garanzie di immunità”

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Sono 30.804 i nuovi contagi da Covid in Italia, secondo i dati e i numeri Covid del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. Si registrano inoltre altri 72 morti (164.489 da inizio pandemia). Nelle ultime 24 ore sono stati processati 203.454 tamponi, tra molecolari e antigenici, con un tasso di positività al 15,1%. In calo i ricoverati con sintomi Covid: sono in totale 8.655 (-160), mentre i pazienti in terapia intensiva sono 356, uno in più da ieri. Ancora in calo gli attuali positivi (-11.450), che si attestano a 1.119.914.

Il Covid destinato a stare con noi ancora a lungo

“La crescita delle reinfezioni può sembrare marginale in questa fase, ma prova che la pandemia non è finita e che dopo l’estate potrebbe tornare preoccupante”. Lo dice Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia dell’Università Statale e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano. Pregliasco spiega che i 397mila ricontagiati da fine agosto sono dovuti al fatto che “la forza del Sars-Cov-2 è l’instabilità, dovuta a mutazioni anche minime, per cui la vaccinazione e la guarigione non sono garanzie di immunità”. Segno che “il Sars-Cov-2 si candida a rimanere con noi a lungo, anche in maniera preoccupante se in molti dovessero risultare meno protetti”.

Secondo Pregliasco i vaccinati per ora restano protetti dalla malattia grave, “ma la quarta dose in questo quadro diventa fondamentale per gli anziani e in prospettiva per tutti”. E aggiunge che “con tutte queste mutazioni però in autunno si rischia una nuova ondata” dal momento che “il virus muta continuamente perché sia in Italia sia all’estero ha una platea di persone a cui rivolgersi. Purtroppo non tutti sono vaccinati e i vaccini non sono efficaci al 100 per cento. Queste ultime sottovarianti hanno una sintomatologia varia, difficile da distinguere, e caratteristiche diverse nella proteina Spike per cui iniziano a sfuggire all’immunità”.

Non si può vivere in emergenza per sempre

Quanto alle vittime del Covid, “sono almeno quattro volte quelli provocati dall’influenza. Come se ogni giorno cadesse un aereo – spiega Pregliasco -. Dal punto di vista medico resta inaccettabile, ma poi va trovata una mediazione con i bisogni sociali ed economici”. Era presto per togliere il Green Pass? “No, non si può vivere in emergenza per sempre. Certo resta una fase delicata, difficile da affrontare anche per la politica. Perfino la Cina, che continua a inseguire i contagi zero, incontra gravi problemi. In Europa si preferisce mitigare la diffusione del Sars-Cov-2 con vaccini e regole democratiche, che comunque hanno evitato la crisi dei sistemi sanitari. La libertà poi si paga con un centinaio di morti al giorno, destinati ad aumentare per le sottovarianti”.