Covid, siamo alla soglia dei centomila contagi. Altri 136 morti e crescono sempre positività e ricoveri

pandemia 15 maggio (2)

Sono 98.020 i nuovi casi di coronavirus e 136 i morti in 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute sulla situazione del contagio. In crescita anche il tasso di positività, al 9,5% con 1.029.429 tamponi. Aumentano i ricoverati con sintomi: 10.578 (+489 da ieri), come crescono le terapie intensive, 1.185 (+40 da ieri), con 126 ingressi giornalieri.

Nel Lazio aumentano contagi e ricoveri ma non i decessi

“Oggi nel Lazio, su 28.252 tamponi molecolari e 60.273 tamponi antigenici per un totale di 88.525 tamponi, si registrano 5.248 nuovi casi positivi (+960); sono 10 i decessi (-9), 1.070 i ricoverati (+45), 147 le terapie intensive (+12) e +1.188 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 5,9%. I casi a Roma città sono a quota 2.381. Nuovo record di casi positivi”. Lo riferisce l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, nel bollettino al termine della videoconferenza della task-force regionale Covid-19 con i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere, policlinici universitari e l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Nelle province si registrano 1.654 nuovi casi e due decessi..

Gli infermieri sono gli operatori più colpiti

Sono gli infermieri gli operatori sanitari più colpiti dall’aumento dei contagi Covid nel periodo che va dal 28 novembre al 28 dicembre. La categoria, infatti, rappresenta l’82% dei contagiati tra i professionisti sanitari nell’ultimo mese. In cifre 3.500 infermieri, oltre 100 al giorno in media, che arrivano dopo Natale a picchi giornalieri di 800. Ma potrebbero essere il doppio se i professionisti non avessero ricevuto la terza dose. A tracciare il quadro, per l’Adnkronos Salute, la Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche (Fnopi) in base ai dati di sorveglianza integrata Covid in Italia dell’Istituto superiore di sanità.

Nonostante i numeri decisamente elevati infatti, secondo la Fnopi, i contagi tra gli operatori sanitari sono rallentati dalla terza dose – obbligatoria per queste categorie – visto l’aumento del 177% contro il 222% della popolazione generale. La validità del booster è confermata anche dal fatto che in questa fase non si registrano forme gravi di malattia: nessun infermiere in attività è in terapia intensiva né si sono registrati decessi. Nell’ondata dello scorso anno, nello stesso periodo, si registravano invece circa 10 decessi al mese, in media, tra questi professionisti.