Covid, stabili gli indici. Oggi la maggioranza dei decessi è di chi non è vaccinato

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“La maggioranza di coloro che oggi, purtroppo, perdono ancora la vita” per il Covid “sono cittadini che non si sono vaccinati. O anziani con altre malattie per i quali abbiamo previsto la quarta dose perché la difesa immunitaria si riduce proprio per le altre patologie che già hanno”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ospite di ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio 1 rispondendo alla domanda sul perché ancora tanti decessi in Italia legati alla infezione da Sars-CoV-2.

Oggi 58mila contagi e ancora 133 morti

Sono 58.861 i nuovi casi (69.204 ieri) di Covid e 133 i morti (131 ieri) nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dai dati del Ministero della Salute sulla situazione del contagio. Sono 381.239 i tamponi, tra molecolari e antigenici, processati nelle ultime 24 ore che portano il tasso di positività al 15,4%. In calo i ricoveri ordinari (-134 da ieri), che scendono sotto la soglia dei 10mila (9.942), e le terapie intensive, dove si trovano 11 persone in meno rispetto a ieri per un totale di 371. Sono 163.377 i morti e 16.409.183 le persone contagiate dal virus dall’inizio della pandemia. Gli attualmente positivi sono 1.247.117 (-1.689) mentre 14.998.689 sono i guariti (+60.951).

Calano nel Lazio contagi, decessi e ricoveri

Oggi nel Lazio “su 7.525 tamponi molecolari e 25.795 tamponi antigenici per un totale di 33.320 tamponi, si registrano 5.595 nuovi casi positivi (-756), sono 11 i decessi (-5), 1.150 i ricoverati (-8), 64 le terapie intensive (-4) e 5.676 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 16,7%. I casi a Roma città sono a quota 2.599”. Lo sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, al termine dell’odierna videoconferenza della task-force regionale per il Covid-19 con i direttori generali delle Asl e aziende ospedaliere, policlinici universitari e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Tre regioni sono classificate a rischio alto

“Tre regioni sono classificate a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Undici sono classificate a rischio moderato; le restanti regioni/e province autonome sono classificate a rischio basso”. Lo sottolinea il report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) con i i dati principali del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. “Diciannove regioni e province autonome riportano almeno una singola allerta di resilienza; quattro riportano molteplici allerte di resilienza”, precisa il report.