Crescono i contratti a tempo indeterminato ma i giovani cambiano lavoro spesso

offerte di lavoro bagnino (2)

Tra i giovani si registra il maggiore incremento del lavoro a tempo indeterminato, con una crescita a due cifre (13,4%, pari a 355 mila occupati in più) tra 2019 e 2023, e dell’8,2% nell’ultimo anno (a fronte di un decremento dei contratti a termine tra i 15-34 enni del 2,2%). Emerge dall’indagine “Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza” della Fondazione studi consulenti del lavoro, che ha elaborato gli ultimi dati Istat al 1° trimestre 2023, presentata a Bologna, in occasione del Festival del lavoro 2023, la manifestazione organizzata dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e dalla Fondazione studi.

Nell’ultimo anno 542mila occupati in più

Rispetto al 2019, ci sono 613 mila occupati in più (+4,2%) e solo nell’ultimo anno, la crescita è stata del 3,7% (+542 mila). Di contro, l’incremento del lavoro temporaneo è stato molto più contenuto (+2,7% tra 2019 e 2023). Nell’ultimo anno poi, il numero si è ridotto del 2,7%. Da questo punto di vista, la crescente concorrenzialità tra le imprese per l’acquisizione dei profili sempre più irreperibili sul mercato, rappresenta un volano decisivo.

Intanto si apprende che sono il 6% gli occupati che dichiarano di aver cambiato lavoro negli ultimi due anni, ma tra i giovani la percentuale sale al 13%. A questi si aggiunge il 13% che si sta attivando per farlo, mentre il 26% desidera un cambiamento professionale. Emerge dall’indagine della Fondazione studi consulenti del lavoro.

Desiderio di cambiamento soprattutto per i giovani

Se la maggioranza dichiara di aver cambiato perché insoddisfatto della propria condizione (41%) e per assecondare un desiderio di cambiamento nella propria vita (16%) prima ancora che in quella professionale (8%), non stupisce che dopo la crescita salariale, tra i fattori più ricercati nel nuovo lavoro, sia indicato un migliore equilibrio lavoro-vita privata (30%). La sicurezza contrattuale slitta in fondo alle attese di chi cerca un nuovo impiego (14%), superata dalla ricerca di nuovi stimoli e motivazione (21%), di un migliore clima aziendale (20%) e di maggiori prospettive di crescita (20%).