Cristian Chivu torna in nerazzurro: accordo biennale e prima sfida al Mondiale per Club

Serie A

Dopo l’addio improvviso di Simone Inzaghi e il rifiuto del Como di liberare Cesc Fàbregas, l’Inter ha virato con decisione su una soluzione di casa: Cristian Chivu, icona del Triplete e tecnico reduce dall’impresa-salvezza con il Parma. Nella notte la dirigenza nerazzurra ha definito i dettagli di un biennale fino al 2027: oggi la firma, lunedì il primo allenamento prima del Mondiale per club negli Stati Uniti, la conferenza stampa.

Ieri sera, in un hotel della zona Brera, Beppe Marotta, Piero Ausilio e Cristian Chivu hanno chiuso un accordo lampo da 2,5 milioni netti a stagione più bonus, valido fino a giugno 2027. La svolta è arrivata dopo che il Como, per voce del presidente Mirwan Suwarso, ha negato il via libera a Fàbregas. Così, quarantotto ore dopo la separazione consensuale con Simone Inzaghi, in partenza per l’Al-Hilal saudita, l’Inter ha scelto la via romantica: promuovere l’ex capitano e già allenatore delle giovanili. Inutile dire che le quote Serie Ahanno avuto un’impennata dopo questa decisione. Chivu diventa il 69º tecnico della storia nerazzurra, con la missione di traghettare la squadra verso il debutto al nuovo Mondiale per Club, fissato il 18 giugno al Rose Bowl di Los Angeles contro il Monterrey.

Impatto economico e riflessi sulle quote Serie A

L’accordo da 2,5 milioni più bonus pesa meno a bilancio di alternative come Fabregas o De Zerbi, lasciando margine per il mercato estivo. Il cambio in panchina, intanto, ha già inciso sugli indici delle agenzie di scommesse: i bookmaker continuano a considerare l’Inter favorita per lo scudetto 2025-26 a 2,50, davanti alla Juventus a 3,00. Le prestazioni nel Mondiale per Club, primo banco di prova, potrebbero muovere ulteriormente le quote Serie A, dato che i risultati internazionali fungono da moltiplicatore di fiducia (o di scetticismo) nel calcolo delle quote calcio.

Un ritorno alla Pinetina carico di significati

Chivu conosce “ogni centimetro” di Appiano Gentile. Arrivato in panchina nel 2018 come tecnico dell’Under 14, è salito gradualmente fino alla Primavera, conquistando lo scudetto di categoria nel 2022 e congedandosi nel maggio 2024 con la frase-manifesto: «Ringrazierò l’Inter per sempre». Da calciatore, fra il 2007 e il 2014 ha collezionato 169 presenze e un palmarès che include tre scudetti e la Champions League del Triplete. Questo bagaglio di esperienza restituisce immediata autorevolezza nello spogliatoio e amplifica l’effetto-nostalgia voluto dalla società dopo la notte amara di Monaco. Il club, scottato dal ciclo di Inzaghi, punta su un volto interno capace di parlare la stessa lingua di tifosi, dirigenti e senatori.

Continuità tattica e prime mosse di mercato

Dal confronto con Marotta e Ausilio è emersa la volontà di preservare l’impianto a tre dietro, marchio dell’era Inzaghi, valorizzando al contempo i giovani più promettenti come Francesco Pio Esposito, già lanciato da Chivu in Primavera. Una scelta che rafforza la linea della “evoluzione senza rivoluzione”: cessioni illustri non sono all’orizzonte, mentre si lavora per inserire due innesti funzionali già prima della partenza per gli Stati Uniti. Il neo-allenatore, difensore di ruolo ma stratega pragmatico, chiede concretezza in transizione e una fase offensiva più verticale, convinto che il 3-5-2 possa ancora garantire competitività ai massimi livelli.

Il cronometro corre: lunedì risveglio ad Appiano senza i nazionali, mercoledì volo per Los Angeles e dieci giorni di preparazione prima di Monterrey, Urawa Reds e River Plate. Chivu, “campione prestato alla panchina”, avrà poco tempo per il rodaggio ma la forza di un ambiente che conosce a memoria. L’Inter scommette sul sentimento, contando che il romanticismo si trasformi in risultati immediati. Se la scommessa pagherà dividendi, non lo deciderà soltanto la classifica: lo diranno anche quelle quote che ogni settimana misurano, in numeri, la credibilità di un progetto sportivo.