CureVac, arriva il quinto vaccino. Prodotto in Germania, 1 miliardo le dosi entro il 2022

Si chiama CureVac, ed è prodotto in Germania, negli stabilimenti di Tubinga. Si tratta del quinto vaccino anti covid, e i test definitivi dovrebbero terminare i primi di giugno. A quel punto, il tutto sarà girato all’Agenzia europea del farmaco, per l’autorizzazione alla messa in commercio. A renderlo noto è stato Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia Italiana del farmaco ai microfoni di “24 mattino” su Radio 24. Il nuovo prodotto andrà ad aggiungersi a quelli già esistenti sul mercato, ovvero Pfizer, Moderna, Astra Zeneca e Johnson&Johnson. In attesa di avere anche la disponibilità nei prossimi mesi del vaccino italiano. Quello per intenderci in via di sviluppo grazie al lavoro dell’equipe dell’ospedale Spallanzani di Roma.

Cos’è e come funziona CureVac

CureVac ,come Pfizer e Moderna, è un vaccino che sfrutta la tecnologica dell’Rna messaggero. Ed è prodotto da un’azienda farmaceutica di Tubinga in Germania. L’amministratore delegato della società  ha spiegato che prevedono di produrre fino a 300 milioni di dosi entro l’anno e un miliardo nel 2022.

La fase 3 di sperimentazione sta per terminare. Ma attualmente non sono ancora stati resi disponibili i dati sull’efficacia di questo che dovrebbe essere il quinto vaccino approvato dall’Ema. Ma c’è anche una novità che fa tirare un sospiro di sollievo. Sì, perché CureVac, a quanto pare, si riesce a conservare meglio di altri. Perché non ha bisogno di restare a meno 80 gradi. Sempre due le dosi che andranno inoculate a distanza di quattro settimane.

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Intanto le dosi sono sempre troppo poche

Intanto che aspettiamo CureVac, Sputnik e il vaccino italiano, le dosi disponibili sono sempre troppo poche. E i ritardi nelle consegne rischiano di rallentare il piano ambizioso messo in campo dal generale Figliuolo. Che ha sostituito Arcuri ai vertici della struttura commissariale. Puntando all’ambizioso obiettivo di 500 mila vaccinati al giorno. Gli hub ormai ci sarebbero pure. Anche a Roma, con i grandi centri alla Nuvola di Fuksas e all’Aeroporto di Fiumicino. E le altre strutture ospedaliere e ambulatoriali dedicate. Il problema resta proprio la tempestiva disponibilità del siero. E anche alcune reazioni, che hanno comportato per qualche giorno dei blocchi. Prima di Astra Zeneca, poi di Johnson&Johnson. Con medici di base  e farmacisti che hanno lanciato l’allarme. Nel carnet vaccinale dei sanitari di famiglia torna infatti, dopo un mese di stop, AstraZeneca. Ma non saranno aumentate le forniture del vaccino Pfizer. Che ad oggi, basterebbero solo per completare i richiami. Ecco perché tutte le novità, testate e sicure, sono senz’altro bene accette.