Da oggi nella Villa di Massenzio sarà visibile la suggestiva installazione artistica “Isole”

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Da oggi all’8 agosto 2021 nel Mausoleo di Romolo della Villa di Massenzio sull’Appia Antica sarà visibile al pubblico “Isole”. E’ una videoinstallazione ambientale che racconta simbolicamente il senso d’inquietudine e l’aspirazione al cambiamento che ognuno porta dentro di sé in questo momento storico. L’iniziativa è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Ideata da Tommaso Strinati e Anna Budkova la videoinstallazione è il frutto di circa duemila bozzetti interamente disegnati e colorati a mano da Anna Budkova e successivamente montati e animati con la tecnica dello stop-motion dal polistrumentista e videomaker Francesco Arcuri.

La Villa di Massenzio si trova sull’Appia Antica

Il progetto nasce in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali sia come dialogo armonico tra uno spazio antico e una videoinstallazione ambientale sia come esempio di valorizzazione di un’area archeologica eccezionale e poco nota al pubblico. Il Mausoleo di Romolo alla Villa di Massenzio è stato infatti scelto per il forte carisma che riesce a trasmettere. Dovuto sia allo stretto rapporto dell’intera area archeologica con la natura circostante sia alla separazione netta dal centro della città del quale non si percepisce più la presenza. Lo scenario è quello della Roma antica e della Roma odierna, immaginate come un solo organismo vivo anche se distanti nel tempo e profondamente diverse l’una dall’altra.

Ogni parte di Roma nell’installazione diventa un’isola

La Roma antica è rappresentata dalla Forma Urbis severiana, la pianta marmorea di Roma imperiale collocata nel Foro della Pace. Sui frammenti superstiti delle lastre marmoree non si distinguono le sagome dei monumenti e delle strade della città dei Cesari ma la pianta della Roma odierna. Piazze e strade della città, percorse abitualmente, diventano irriconoscibili, costrette in piccoli frammenti di difficile comprensione e collocazione. Ogni frammento diventa un’isola a sé, un villaggio indipendente dagli altri, come se il mare alzandosi di livello avesse in parte sommerso la città risparmiandone alcune parti e trasformandola in un arcipelago che prima non c’era.

Lo spettatore accompagnato in un viaggio immaginario

Il mare può dare morte e generare nuova vita, in un ciclo implacabile. Roma, nel racconto allegorico di Isole, è una città inabissata e colpita da un cataclisma inaspettato. Il quale, tuttavia, non può cancellarla del tutto. Essa sopravvive, bagnata da un mare che prima la sommerge poi la accoglie di nuovo, come sfidandola a ritrovare nuova vita in una forma diversa, sulle tracce della memoria dell’Antico. Accanto alle isole costruite sulle sagome della Forma Urbis e della Roma attuale tracciata su di esse, altri due arcipelaghi emergono e si inabissano nel mare accompagnando lo spettatore in un viaggio immaginario dall’alto. Il primo è costituito dalle sagome dei parchi di Roma ed un secondo dalle sagome delle Isole Cicladi nel Mar Egeo.

I parchi di Roma si trasformano in un nuovo arcipelago

I parchi di Roma, isolati dal contesto urbano, si trasformano in un nuovo arcipelago che vive anch’esso in un mare che accoglie e sommerge, ciclicamente. Per generare nuova vita dalle città delle quali la natura si riappropria. Le Isole Cicladi, delineate nella forma reale, si accostano agli arcipelaghi immaginari della Forma Urbis e dei Parchi di Roma. Come una sospensione nel presente, dimostrando che nella poetica del frammento convivono la percezione del reale e dell’immaginario. Da un elicottero che col rombo dei motori contrasta con la quiete del mare sottostante. Le Isole compaiono in lenta soggettiva prima in lontananza poi da vicino, come a scorgere le case e le strade su di esse. Un mondo che sta cambiando aspetto, prefigurando un nuovo planisfero.

La video installazione Isole, della durata di circa otto minuti, viene proiettata ad anello. Dove le sequenze degli arcipelaghi immaginari della Forma Urbis, dei parchi di Roma e di quello, vero, delle Cicladi, si fondono una nell’altra emergendo e inabbissandosi nel mare. L’ingresso alla Villa di Massenzio è gratuito. La prenotazione è fortemente consigliata.