Da Pomezia al tetto del mondo: a 44 anni Alessio Sakara sbanca il BKFC e conquista il titolo mondiale
Da Pomezia al tetto del mondo. A 44 anni, quando molti atleti hanno già appeso i guantoni al chiodo, ecco che Alessio Sakara smentisce ogni logica. Ieri sera ha sconfitto Chris Camozzi e ha conquistato il titolo Cruiserweight BKFC, scrivendo una pagina storica per il fighting italiano.
“Sono qui per dimostrare che un uomo può ancora incarnare disciplina, sacrificio, onore. Lottare non è solo vincere: è dare il massimo, alzarsi ogni giorno e non mollare”, ha dichiarato poco prima del match. E, come ha sottolineato Conor McGregor, “quella di Sakara è stata la prestazione più incredibile che abbia mai visto”.
Gli inizi a Pomezia: dalle palestre al ring
Alessio nasce e cresce a Pomezia, dove da ragazzino si dilettava con un pallone tra i piedi fino a quando non capisce che il suo vero terreno di gioco sarebbe stato un altro. All’età di 11 anni scopre la boxe e in poco tempo dimostra una predisposizione naturale per gli sport da combattimento: vince campionati regionali, conquista il titolo italiano e arriva secondo ai mondiali di Sanda. A 18 anni apre un nuovo capitolo della sua vita trasferendosi all’estero, affinando la tecnica e costruendo quella che sarebbe diventata una carriera internazionale.
Dal debutto nelle MMA nel 2002, passando per la UFC, fino all’approdo nel mondo del Bare Knuckle Fighting Championship (BKFC), la traiettoria di Sakara è tutto meno che ordinaria. Nel maggio 2025 ha firmato un accordo quinquennale con la BKFC Italy come volto ufficiale della promotion nel nostro Paese. E ieri sera, nell’arena di Roma, ha coronato il suo sogno: battere Camozzi e diventare campione BKFC. Un salto dal ring all’Olimpo. “Si combatte. Non per soldi. Non per fama. Perché è scritto addosso”, dichiara Alessio.
La vittoria di Alessio Sakara al mondiale: un trionfo oltre il risultato
Il match contro Camozzi non è stato solo una lotta per un titolo. È stato un rito di passaggio, un tributo a tutti quelli che hanno pensato che fosse troppo tardi, troppo in là con gli anni, troppo “fuori forma”. Ma Sakara ha dimostrato il contrario. Il “Legionario”, come ama farsi chiamare, ha trasformato ogni ostacolo in trionfo, la paura in energia, il tempo che passa in forza. E adesso Alessio Sakara si prepara a difendere il titolo e a diventare ambasciatore dello sport in Italia. Non solo per sé, ma per una generazione che vuole esempi di resilienza, tenacia, coerenza. Il suo è un messaggio forte: non importa da dove inizi, ma dove sei disposto ad arrivare. E lui, partendo da Pomezia, è arrivato in cima al mondo.