Dalla regione Lazio quattro euro per ciascuno
Si mangerà di grasso con la regione Lazio, da martedì festa grande per la spesa. Gira voce che siano pronti dieci milioni di euro, crepi l’avarizia. Poi arriva un tweet da casa Zingaretti e diventano venti. Così, mica nella delibera preparata. Hanno saputo che la Sicilia fa di meglio.
No, non si rendono conto di quanto sia drammatica l’emergenza alimentare col coronavirus che ci rinchiude in casa e tantissime persone che rimangono senza quattrini. E credono che uno stanziamento pari a meno di quattro euro per ciascuno dei quasi sei milioni di abitanti del Lazio possa chiamarlo spesa sociale. Manco l’elemosina.
Regione Lazio, pochi euro, manco l’obolo a messa…
Lodevole l’intenzione, pessima la realizzazione. Se la cifra è quella è meglio rivolgersi all’INPS per il reddito di cittadinanza, magari uno sportello aperto lo troviamo.
A Roma piovono ogni mese tra i quindici e i venti milioni per quella misura per trentamila e passa cittadini. Per tutti quelli che non lo prendono, la regione Lazio magari stanzia 8 milioni a seconda se vale di più la delibera che sta nei cassetti o un tweet di Zingaretti. Quattro euro a testa nella capitale. Manco l’obolo a messa, nei bei tempi in cui si poteva.
Dice: ma i ricchi no. I commercianti attingeranno al fondo delle imprese. E altri miracoli del genere. Con complicazioni burocratiche a non finire. Se i soldi per il buono spesa sono quelli ci fai assai…. Nei comuni esclusa Roma, che valgono altri tre milioni di residenti, i soldi stanziati saranno una dozzina di milioni. Immaginate quante feste faranno al paesello.
Ovviamente – se le notizie che abbiamo ricevuto sono esatte – la grande mangiata avverrà dopo che saranno stati approvati i relativi regolamenti comunali per l’utilizzazione della straordinaria cifra stanziata dalla regione Lazio. Prima la dieta.
L’ammissione dell’inefficacia del decreto Conte
Ad onore della giunta Zingaretti va riconosciuta però un’operazione verità: pare che nelle premesse della delibera che vogliono portare all’approvazione martedì ci sia un’ammissione esemplare. Ci hanno raccontato che nelle premesse ci sia scritta una cosa del genere: “La messa a regime delle misure di sostegno previste dal decreto legge cosiddetto “Cura Italia” necessita di tempi più lunghi e che, nelle more degli effetti previsti dal decreto si rende indispensabile intervenire per far fronte alle esigenze delle famiglie già in fragilità e per quelle che a causa dell’epidemia hanno la necessità e l’urgenza immediata di interventi da parte delle istituzioni locali e regionali”. Ovvero, anche Zingaretti ammette che il decreto del governo non ha dato quattrini a nessuno. E ci si impegnerà anche la sua giunta ovviamente. Le promesse Conte le ha rinnovate pure ieri nella solita diretta facebook. I prossimi giorni si incaricheranno di dimostrare se è un nuovo bluff. Tanto, scaricano tutto, sia Conte cb Zingaretti, sui sindaci: se la vedano loro.
Con una chicca in più. La gola profonda che ha spifferato i contenuti della delibera giura che c’è scritto pure che i quattrini vanno anche ai soliti “cittadini stranieri non appartenenti all’Unione europea”. Ovviamente con permesso di soggiorno valido. Aspettiamo il regolamento di quei comuni che stabiliranno che gli italiani dovranno fare la fila anche qui. Tanto, sarà come al supermercato, a un metro di distanza…
I buoni spesa – se si chiameranno così – si potranno avere dichiarando di “trovarsi in una situazione di bisogno a causa dell’applicazione delle norme relative al contenimento della epidemia da Covid-19, previa autocertificazione che ne attesti lo stato”. Chissà quante volte cambierà l’autocertificazione…
Ieri la giunta Musumeci, in Sicilia, ha stanziato cento milioni di euro, non dieci e nemmeno venti. Così si fa.