Dall’Ucraina arrivano sempre più profughi con animali al seguito: previsti fino a tremila cani e gatti

Rifugiati con animali, ed è davvero la prima volta che si vede. Con i 34.851 i profughi entrati in Italia fino a oggi dall’inizio del conflitto in Ucraina sarebbero entrati nel nostro Paese anche 600 cani e 150 gatti. La maggior parte dei quali hanno viaggiato al seguito delle famiglie in fuga dalla guerra. Alcune decine di animali, invece, sono stati salvati dal conflitto e accolti dai canili italiani. Lo rende noto l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa). Con una lettera inviata al ministro della salute Speranza, chiede che vengano messi a disposizione di queste famiglie con animali al seguito dei veterinari pubblici che controllino lo salute di cani e gatti e se siano stati sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie in Italia. Aidaa chiede che il servizio sia gratuito e volto a individuare animali malati e garantire loro le cure del caso.
L’impegno per gli animali delle associazioni di volontariato
“Secondo le previsioni degli analisti dovrebbero arrivare in Italia prima della fine della guerra almeno mezzo milione di profughi, con circa 3.000 animali ai quali è doveroso garantire assistenza”, conclude la nota dell’associazione. E’ arrivato intanto a destinazione il primo carico di aiuti inviato dalla Sezione di Treviso e portato fortunosamente nei dintorni di Kiev da un ex militare e da un’infermiera, entrambi ucraini rientrati nel loro Paese dall’Italia. L’Ente Nazionale Protezione Animali sta attualmente raccogliendo pet food per cani e gatti e accessori in vista della prossima partenza del carico il prossimo 21 marzo. Tutte le sezioni Enpa stanno raccogliendo localmente i beni e li porteranno a Verona. L’Enpa ha aperto una mail dedicata ucraina@enpa.org per raccogliere tutte le richieste e offerte di aiuto.

L’Enpa scrive ai comuni italiani: accogliete gli animali
La Presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi, ha poi scritto al Presidente dell’Associazione dei Comuni d’Italia, Antonio Decaro. Per quel che riguarda l’accoglienza degli animali da parte delle strutture comunali italiane. “La comunicazione – afferma Carla Rocchi – è tesa a prevenire possibili difficoltà dei profughi in arrivo in Italia con animali al seguito quando fosse necessaria l’accoglienza in strutture comunali. Ovviamente chiediamo che siano accolti senza problemi anche gli animali, portati dall’Ucraina fra molte difficoltà e con tanta fatica. Inoltre, è in elaborazione una nuova circolare del Ministero della Salute sempre relativa alle modalità di accoglienza degli animali dall’Ucraina e dalle zone limitrofe”.
Il ministero riceve dai confini le segnalazioni degli animali che entrano
“Lavoriamo – continua Carla Rocchi – in stretto contatto con il Ministero della Salute. E siamo pronti con la nostra rete italiana di rifugi canili e gattili ad accogliere gli animali per l’osservazione sanitaria obbligatoria- Di intesa con le Asl locali. Il Ministero riceve direttamente dai posti di frontiera della Polonia, l’Ungheria e la Romania le segnalazioni di presenza di animali al seguito di rifugiati diretti in Italia”. “Ci aspettiamo che molti degli animali che entreranno in Italia non saranno vaccinati. Abbiamo indicato Trieste come ingresso triage per le vaccinazioni. La Sezione di Trieste ha messo a disposizione il proprio ambulatorio, in collaborazione con l’Asl. A tutti gli animali che effettueranno il triage sarà donato cibo in quantità necessaria per raggiungere la destinazione finale”.
Una raccolta fondi per sostenere i possessori di animali
Come Enpa stiamo sostenendo il canile di Kiev e altri rifugi. In particolare stiamo aiutando il Kyiv City Clinics (il canile municipale di Kiev), Save Wild Fund, Ukraine, Kyiv zoological park e Bear Sanctuary Domazhyr, nella Lviv region. A seguito di numerose richieste di persone che voleva donare direttamente ad Enpa abbiamo anche aperto una raccolta fondi. Per sostenere gli animali in Ucraina: https://enpa.donazioni.site/ucraina/.