D’Amato condannato a restituire 275mila euro. Giannini: “Ora l’assessore si dimetta”

giunta Rocca contro Zingaretti

“La condanna dell’assessore D’amato da parte della Corte dei Conti, è l’ennesimo schiaffo al ‘sistema sinistra’, fatto di personaggi che amministrano la cosa pubblica e fanno politica con senso di arroganza, spregiudicatezza e impunità. Rivolgiamo un appello accorato a D’Amato, oltre a restituire i 275 mila euro, dal momento che è innegabilmente finito in una zona d’ombra e ha fatto una pessima figura dinanzi a elettori e cittadini del Lazio, per l’importanza del ruolo che ricopre all’interno dell’amministrazione regionale, dove la sanità è l’attività primaria dell’operato politico dell’ente, lasci anzitempo l’incarico di assessore e si dimetta. Che fine ingloriosa da Lady Asl… a lord Amazzonia!”. Così in una nota il consigliere regionale della Lega nel Lazio, Daniele Giannini, membro della Commissione Sanità.

La replica di D’Amato: “Sono innocente, farò appello”

“Apprendo dalla stampa, a cui è stata trasmessa prima che alle parti, della sentenza emessa dal collegio presieduto da presidente Tommaso Miele. La ritengo ingiusta ed ingiustificata e contro la quale sarà depositato immediatamente l’appello da parte degli avvocati Angelo Piazza e Gennaro Terracciano”. Così l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato replica in merito alla condanna decisa dalla Corte dei Conti per fondi pubblici alla Fondazione Italia-Amazzonia Onlus nel 2006.

“Mi considero totalmente estraneo ai fatti risalenti ad oltre 15 anni fa, senza che peraltro sia stata fornita prova alcuna di un atto o fatto da me compiuto, rilevo che nonostante la procura regionale della Corte dei Conti per ben tre volte avesse aderito alle richieste procedurali dei miei difensori per ben tre volte e con motivazioni infondate e sorprendenti sono state respinte con verbali che non corrispondono all’effettivo svolgimento del giudizio e per questo motivo – annuncia D’Amato – sarà depositato un dettagliato esposto al consiglio di presidenza della Corte dei Conti e una denuncia per falso ideologico alla Procura della Repubblica di Roma. Sono assolutamente sereno e fiducioso nel giudizio di appello e continuo il mio lavoro al servizio dei cittadini”.

Ghera: “È stato fallimentare anche come assessore”

“Fermo restando che le sentenze, sono di competenza della magistratura, in questo caso quella contabile, sull’operato politico dell’Assessore alla Sanità pende ben altro giudizio, quello dei cittadini del Lazio, che sperimentano ogni giorno gli effetti negativi della sua gestione. Migliaia di posti letto tagliati, ospedali chiusi o depotenziati, carenza di personale medico e infermieristico, liste d’attesa annuali, pronto soccorso al collasso e una gestione inefficace e opaca della pandemia, con diverse operazioni discutibili sulla creazione dei reparti Covid, sulle forniture dei dispositivi di protezione. Saranno le cose non fatte e quelle fatte male, a condannare D’Amato e Zingaretti per manifesta incapacità”. Così in una nota Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi alla Regione Lazio, riferendosi alla condanna della Corte dei Conti per l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.