Ostiamare, Daniele De Rossi: “Il mio sogno? Vedere tifosi in trasferta e uno stadio gremito”

“Non viene niente per caso, ogni metro rivedo facce che mi volevano bene quando non ero famoso. È la prima volta che sono davvero emozionato, nonostante tanti anni di abitudine e conferenze stampa in giro per il mondo”. Con queste parole Daniele De Rossi, figlio di Ostia e di tutto il quartiere, nella giornata di oggi, presso il Cineland di viale dei Romagnoli, si è presentato nel suo ruolo di nuovo patron dell’Ostiamare, la squadra dove è partito tutto e in cui è cresciuto, a cui si è sempre sentito indissolubilmente legato.
E proprio qui davanti al Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, al Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, l’assessore allo Sport, Alessandro Onorato, e il presidente del X Municipio, Mario Falconi, ha iniziato la sua nuova avventura rispondendo alle domande dei giornalisti presenti in sala. Dal giorno del suo annuncio, infatti, in città si è accesa un’onda di entusiasmo e speranza, non solo nel mondo del calcio, ma soprattutto tra gli abitanti di Ostia che vantano un forte senso di appartenenza. Il ritorno di un figlio, con un sogno, quello di vedere il quartiere non più come una periferia dimenticata, ma come un luogo che si rialza, che torni a brillare.

Le ragioni che l’hanno spinta ad investire nell’Ostiamare
“So che ci sono delle difficoltà, mi prendo responsabilità, so che ci saranno cose da gestire, a me piace il calcio, mi piace Ostia, non ho mai smesso di guardare partite e classifiche e di amare la mia città” ha ribadito. L’acquisto dell’Ostiamare, infatti, è stata una scelta di appartenenza e amore per il territorio. “Non è stato un sacrificio, ma una decisione che ho preso con il cuore. Questo progetto riguarda la mia città e la comunità di Ostia, che ha perso un po’ del senso di appartenenza che avevamo da ragazzi”.
Un progetto del cuore
L’obiettivo non è solo calcistico, ma anche sociale: “La squadra è un mezzo per riunire la comunità e tornare a vivere un legame profondo con il territorio”. DDR, ha più volte ribadito di impegnarsi a portare avanti un progetto sostenibile e a lungo termine, sottolineando che il percorso non sarà immediato, ma costruito passo dopo passo.
Il settore giovanile al centro
Uno degli aspetti più rilevanti del suo progetto è lo sviluppo del settore giovanile, che intende rendere il fiore all’occhiello della regione. “Riporteremo i ragazzini a toccare il pallone con i piedi, senza pensare alla tattica, ai modulo e gli schemi”. Il focus sarà sul ritorno al gioco puro, con allenamenti incentrati sulle abilità tecniche di base, come il controllo di palla e il dribbling, piuttosto che su tattiche e schemi.
Tra le iniziative, “Danielino” ha annunciato la costruzione di un campo da calcio a 5 per il beach soccer, con l’obiettivo di riproporre il calcio come era praticato sulle spiagge, insegnando il controllo del pallone anche in condizioni difficili.
“Ostiamare non sarà una succursale della Roma”
Il Campione del mondo ha inoltre chiarito che l’Ostiamare non sarà una “succursale degli ex Roma”, ma una squadra indipendente, costruita su solide basi. Il progetto prevede la riqualificazione delle strutture esistenti e la costruzione di nuove infrastrutture moderne. Inoltre, ha manifestato l’intenzione di collaborare con altre società vicine del litorale, puntando su una crescita condivisa e rispettosa del territorio. “La mia famiglia si occuperà di questa squadra a lungo – ha aggiunto – A volte mi sveglio e vorrei lo stadio già fatto e pieno, per qualche tempo ci saranno dei disagi per famiglie e giocatori ma dobbiamo iniziare a metter a posto le cose. Farlo con l’aiuto del prefetto, del sindaco e dell’assessore. Non posso permettermi sbagli e scorciatoie, il tempo ci vorrà così come gli investimenti economici. Non sono un esperto nella gestione, ma non sono scemo. Promettere vittorie e strutture non realistiche mi farebbe fare solo una brutta figura”.
La speranza di rivedere l’Anco Marzio gremito di gente
De Rossi ha espresso il desiderio di riportare il pubblico allo stadio, trasformando l’Ostiamare in una realtà calcistica che coinvolga l’intera comunità di Ostia. Ha citato esempi come la SPAL e la Sambenedettese, sottolineando l’importanza del legame tra tifoseria e territorio: “Il mio sogno è vedere 200 tifosi in trasferta e un Anco Marzio che attiri come una calamita”.
“Non sono Elon Musk o Abramovich”
De Rossi immagina un futuro in cui l’Ostiamare possa crescere gradualmente, evitando promesse irrealistiche: “Non sono Elon Musk o Abramovich, ma faremo le cose intelligenti. Non servono deadline, io voglio stare qui 30 anni“. Ha ribadito che il suo approccio sarà basato su serietà, trasparenza e collaborazione con le istituzioni locali, tra cui il prefetto, il sindaco e l’assessore ai grandi eventi.
Un progetto tenuto nel cassetto che ora si realizza
Un progetto quello dell’Ostiamare che teneva nel cassetto. “Io sono abbastanza istintivo e anche solitario. Papà è stata la prima persona con cui ne ho parlato, la prima cosa che mi ha detto è ‘tu sei matto, arriveranno tante rotture’ poi subito dopo ‘però bisogna andare in serie C’. Ne ho parlato con mamma, mia sorella che lavorerà all’Ostiamare, con mia moglie per cui il calcio è una galassia sconosciuta. La famiglia è stata coinvolta, ma mi hanno detto che se mi fa felice devo farlo. Ci hanno chiamato 200mila persone di Ostia per proporsi, però capiamo anche che è e sarà una cosa stupenda. Ci saranno momenti negative, intoppi. Io sono indipendente di mio, però ho contattato tutti chiedendo sostegno”.
Quello di Daniele De Rossi è un atto d’amore per il territorio e per una comunità che vuole ritrovare il proprio senso di appartenenza, un simbolo di rinascita e passione per Ostia e tutta la sua comunità.