“Denunciai i morti dell’uranio impoverito, il Pd non mi ha ricandidato” (video)

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Ancora l’uranio impoverito. Un parlamentare del Pd, Giampiero Scanu ha, presieduto la scorsa legislatura una commissione sull’uranio impoverito, che ha fatto emergere importanti informazioni. Ebbene, morale della favola, il Pd alle successive elezioni non lo ha ricandidato. L’argomento è tornato di scottante attualità dopo la denuncia di un generale in carica su questo trascurato ma anche nascosto problema. Lo ha denunciato il giornalista Peter Gomez nella sua rubrica Dopo le Venti in onda sul Nove. Pubblichiamo il video dell’intervista all’ex senatore del Pd.

Scanu denunciò i rischi dell’uranio impoverito

“Sono stato accusato di essere anti-militarista per aver speso almeno due anni lavorando a difesa della salute dei militari”. Lo dice Giampiero Scanu, ex presidente della commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito e sulle malattie dei soldati impiegati in missioni e sulle resistenze delle forze armate. Scanu afferma di non essere stato ricandidato dopo l’eccellente lavoro fatto in Commissione, proprio per questo motivo. E aggiunge: “In questa legislatura si sta insabbiando tutto”. “Chi ha fatto le liste – aggiunge l’ex senatore del Pd – è stato Matteo Renzi. Certo è che i miei rapporti con il partito adesso si sono ridotti allo zero”.

Il Pd di Renzi non lo ricandidò: perché?

Secondo l’Osservatorio militare, l’uranio impoverito è costato la vita a 372 militari e ne ha costretti altri 7.693 a lottare contro gravi patologie. Come si diceva, pochi giorni fa il generale Roberto Vannacci, ex comandante del contingente italiano a Baghdad, in Iraq, ha incrinato il muro dell’omertà che sembra viga da vent’anni sulla questione. Il generale ha detto che per molti anni, fino a due anni fa, i nostri militari furono esposti agli effetti dell’uranio impoverito senza protezioni. Come riferisce Lanotiziagiornale.it, “gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute e della sicurezza del contingente militare italiano”, uomini sottoposti “all’esposizione all’uranio impoverito senza che alcuna informazione fosse fornita al riguardo e senza che alcuna mitigazione dei rischi fosse attuata”.

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