Detenuto tunisino lancia acqua bollente contro un sovrintendente del carcere procurandogli ustioni

“Dopo soli quattro giorni dal grave episodio di accoltellamento ad un assistente capo della Polizia Penitenziaria del carcere di Spoleto questa mattina un detenuto di origini tunisine ha aggredito un sovrintendente gettandogli improvvisamente addosso una pentola di acqua bollente e colpendolo al volto procurandogli delle ustioni di primo grado che l’ospedale di Spoleto, dove poco dopo è stata accompagnato ha giudicato guaribili con sette giorni di prognosi”. A dare la notizia è Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria Sappe.
Il tunisino stava dando in escandescenze
“L’aggressione sembra essere avvenuta anche questa volta per futili motivi, mentre il sovrintendente stava facendo il suo dovere cercando di colloquiare con il detenuto per calmarlo dopo che lo stesso aveva già danneggiato molte suppellettili della cella. Evidentemente, con premeditazione – spiega – il detenuto aveva riscaldato una pentola di acqua bollente che, tenendola nascosta dietro la porta, ne ha poi approfittato agendo con un gesto repentino e colpendolo appunto al volto. Incredibile e assurdo”.

Solidarietà del sindacato Sappe all’agente ferito
Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà al sovrintendente ferito e denuncia: “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce a intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”. Si potrebbe aggiungere che i detenuti stranieri devono scontare la pena nel loro Paese…