Dieci milioni di ratti a Roma. Ma Ama e Campidoglio dormono

Secondo le stime più attendibili, sarebbero circa 10 milioni i ratti presenti a Roma. Divisi equamente tra cantine e fognature del centro storico e delle periferie, argini del Tevere e cassonetti strapieni di spazzatura. Una questione che sta diventando gravissima, non solo per il decoro dell’Urbe. Ma anche per un elementare problema di igiene. Ma a fronte di tutto questo, Ama e il Campidoglio sembrano immobili. Eppure, il sindaco – chiunque esso sia- è anche responsabile della salute pubblica. Ma le operazioni di derattizzazione sono largamente insufficienti, anche considerando la dimensione del fenomeno. Che insieme ai cinghiali che camminano in libertà, ai gabbiani sempre più numerosi e aggressivi e all’immondizia sparsa un po’ ovunque, danno bene l’idea del degrado in cui sta sprofondando Roma. Un vero peccato, perché il danno d’immagine anche a livello internazionale è enorme. E per una Capitale che vive di cultura e turismo, rischia di essere irreparabile. Se non si interviene subito con decisione. A cominciare proprio dalla caccia ai topi. Sempre più grandi e incontrastati, e non certo carini e simpatici come ratatouille nel celebre cartoon così amato da tantissimi bambini.
Stazione Tiburtina, arriva l’invasione dei topi. Il degrado è totale (video)

Mai visti tanti ratti nella Capitale. Ma perché nessuno interviene?
Può una grande Capitale europea convivere con dieci milioni di topi e non fare niente se non «attività di routine»? Può una città storica, simbolo di una cultura millenaria, ricca come nessun’altra di tesori archeologici, rinascimentali e anche moderni, pensare di attirare il grande turismo internazionale, in particolare quello più ricco e in grado di spendere? Quando le strade, le piazze e tutte le sponde del fiume Tevere sono abitate da legioni di ratti, spesso di inquietanti dimensioni? La domanda è ovviamente retorica. Ma – avrebbe detto ai bei tempi televisivi Antonio Lubrano – sorge spontanea. Quando scopriamo che il Dipartimento Ambiente del Campidoglio, unico titolare del potere di lotta ai ratti, non attiva quanto dovrebbe speciali campagne di derattizzazione.
È superfluo sottolineare che la crisi della raccolta dei rifiuti, così come attira il formidabile fiuto dei cinghiali (ormai presenza fissa in tante zone della città prossime alle aree verdi), in parallelo assicura cibo di ottima qualità ai roditori. Il problema riguarda soprattutto le aree centrali di pregio, quelle in cui la ristorazione ha ripreso quota. E così la catena negativa (rifiuti abbandonati-degrado-incuria-assenza di igiene-felicità dei topi, dei cinghiali, dei gabbiani e di tanti altri animali affamati) continua a rinsaldarsi.