Diecimila euro al mese, ma Zingaretti dice: “Addio Regione, torno libero”

Zingaretti

“Divento un uomo libero”. Sono esterrefatto dalle parole del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, alla vigilia delle probabili dimissioni. 

Eppure il neo deputato del Pd dovrebbe essere onorato di aver guidato – senza governare – la seconda Regione d’Italia, che ha utilizzato per scalare la vetta del partito nell’ultimo quinquennio, salvo poi abbandonarlo così: “Nel partito si parla solo di poltrone, mi vergogno”.  

Dieci anni in via Cristoforo Colombo che sembrano un peso per Zingaretti.

Nonostante i cittadini del Lazio gli abbiano garantito uno stipendio di tutto rispetto, oltre 10mila euro netti al mese dal febbraio 2013, e persino una “lettiga blu”, prendendo in prestito una battuta di Francesco Storace, 

Si tratta della confortevole Passat della Volkswagen viste le improvvise esigenze di salute di Zingaretti per evitare “le vibrazioni”, stando al certificato ricevuto prot. 526882 del 24 settembre 2014.

E la fine politica di Zingaretti è persino ingloriosa in Regione

Una parte del Pd attacca Zingaretti sulle regionali. Il leader del M5S, Giuseppe Conte, non disdegna parole dolci (dai rifiuti alla sanità) al governatore uscente, malgrado l’ex segretario dem abbia riconfermato Premier e abbia spalancato le porte ai grillini in Giunta a causa dell’anatra zoppa.

Una regione senza un governo

Negli ultimi anni i romani hanno speso più di 1 miliardo di euro per smaltire i rifiuti fuori regione. Così Zingaretti è stato commissariato dal governo Draghi e boicottato dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al quale sono stati affidati i poteri per realizzare il termovalorizzatore. 

Nel 2013 Zingaretti poteva contare, al di là del termovalorizzatore di San Vittore, sulle discariche di Malagrotta a Roma e di Albano, Civitavecchia e Colleferro in provincia, di Borgo Montello a Latina e di Roccasecca in provincia di Frosinone.

Tutte chiuse senza un’alternativa. Viterbo, ormai satura, ha bloccato i conferimenti. 

In più Zingaretti ha smantellato i termovalorizzatori di Lazio Ambiente a Colleferro, dove ha buttato ben 7 milioni di euro per gli ammodernamenti oltre 5,3 milioni di euro per il ramo discarica nel 2016. 

Un’emergenza ingigantita insieme al disastro sulla sanità, che costa 11 miliardi di euro con l’odiosa tassa sulla salute, il cui gettito, centinaia e centinaia di milioni di euro, è usato per i trasporti e i servizi sociali invece di curare le persone. 

La medicina del territorio è stata cancellata. I pronto soccorso sono in tilt, mentre le ambulanze sono in coda e si rischia di morire sul territorio. 

I tempi biblici delle liste di attesa sono aumentati. Per una visita gastroenterologica si attende maggio 2024. 

Intanto, le Aziende ospedaliere hanno accumulato mezzo miliardo di euro di debito in un anno, aspettando i bilanci delle Asl. 

Zero investimenti

A Natale 2020 la giunta Zingaretti ha sabotato la Roma-Latina con la delibera n.988, aprendo alla revoca della gara d’appalto. 2,7 miliardi di euro di valore complessivo con la bretella Cisterna-Valmontone.

Per non parlare del progetto esecutivo, redatto dagli ordini professionali, donato da Ance all’Asl di Latina per il nuovo ospedale di Latina.

A sua volta, l’Asl incarica un tecnico per lo studio di fattibilità. 

Un progetto di finanza avrebbe fatto risparmiare le casse pubbliche?

E il liberista Carlo Calenda sogna Alessio D’Amato presidente della Regione, dimenticando anche le mascherine fantasma. 

Angelo Tripodi*

*Capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Lazio