Difendiamoci dal coronavirus: le regole ci sono anche a Roma

Regole contro il coronavirus: è evidente che la regione Lazio ha fatto bene a varare l’ordinanza antipanico. Perché c’è timore – del resto giustificato – per tutte quelle persone in fuga dal nord dopo l’autentico casino provocato dalle comunicazioni di governo diffuse in maniera strampalata. E il territorio deve metterci una pezza.
Il provvedimento firmato ieri dal vicepresidente Leodori e dall’assessore D’Amato sulla quarantena obbligatoria se si viene nel Lazio dalle zone a rischio prevede che cosa deve fare chi arriva dalle nostre parti.
Coronavirus: le regole
Poi ci sono le raccomandazioni che il governo ha messo nero su bianco nel suo decreto. Aldilà dei pasticci su cui prima o poi si cercherà di capire le responsabilità, l’amministrazione regionale e anche i comuni farebbero bene a dare adeguata informazione ai cittadini di Roma e del Lazio che al nord non sono stati. Probabilmente già oggi si cominceranno a dettare nuove regole.

GLI ANZIANI E I MALATI CRONICI – Nel provvedimento di palazzo Chigi è fatta espressa raccomandazione “a tutte le persone anziane affette da patologie croniche o con multimorbilita’ ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessita’ e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. Questo va spiegato ossessivamente, direi, se vogliamo bene ai nostri cari.
PERSONE E FAMIGLIE – Se leggiamo bene l’articolo 3 al comma c, “si raccomanda di limitare, ove possibile, gli spostamenti delle persone fisiche ai casi strettamente necessari”. Non è un obbligo, per carità, ma se si resta a casa è meglio.
CHI È’ STATO AL NORD – Chiunque è stato negli ultimi quattordici giorni nelle aree oggetto delle restrizioni decise dal governo, la Lombardia più le province isolate in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e persino nelle Marche, deve avvisare le autorità sanitarie, secondo quanto previsto dall’ordinanza regionale. Altrimenti rischia almeno tre mesi di carcere.
E chi viene da aree a rischio…
Non è una tragedia se si è sottoposti alla sorveglianza domiciliare. Bisogna osservare le indicazioni sanitarie, che sono semplici da seguire. Chi sarà messo in quarantena, sarà informato dettagliatamente sulle cure. E del resto ne sarà informato anzitutto il medico di fiducia.
Sarà cura degli operatori sanitari avvisare i pazienti che stanno in isolamento domiciliare sui sintomi cui devono fare particolare attenzione. Ovviamente nel rispetto delle condizioni fisiche in cui dovranno avere la pazienza di stare per quattordici giorni. Fino alla necessità di evitare contatti persino con i propri familiari in casa per non contagiarli.
Troppo? No, le regole servono perché c’è da evitare l’espansione del coronavirus. Le notizie che ieri arrivavano dalla Lombardia erano davvero preoccupanti e c’è bisogno di seguire scrupolosamente ogni consiglio di chi ha più esperienza di noi. E diciamolo soprattutto ai nostri ragazzi: quindici giorni senza movida passano in fretta.