Dimissioni di massa dei medici dei Pronto soccorso: è ora di affrontare la questione seriamente

Il caso del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli non è isolato. “Sono circa 600 i medici dell’emergenza e urgenza che nel 2022 hanno scelto di dimettersi dai pronto soccorso, al drammatico ritmo di circa 100 unità al mese. Come se in Italia chiudessero 5 pronto soccorso al mese”. Lo denuncia la Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu) che venerdì a Riccione apre il suo congresso. “Sono in tutto 4.200 i colleghi che dagli ultimi mesi dello scorso anno mancano strutturalmente nei pronto soccorso d’Italia rispetto alle reali necessità di gestione – avverte la Simeu. La somma dei fattori ha implementato il valore stimato delle carenze, portandolo sempre più prossimo alle 5.000 unità.
I medici dei pronto soccorso lamentano la poca attenzione verso il problema
Un problema sempre più grave che continua a non trovare proporzionata attenzione e interesse e questo disinteresse incide molto sulle scelte dei professionisti rispetto al proprio futuro”. Con un ritardo di 2 anni passati ad affrontare in prima linea la pandemia, i medici e gli infermieri della medicina d’urgenza a Riccione per dibattere sugli attuali problemi e delineare quali potrebbero essere concretamente le soluzioni per un futuro possibile. “Ci auguriamo di essere aiutati dai nostri pazienti in questa lotta alla sopravvivenza dei pronto soccorso – auspica Fabio De Iaco, presidente nazionale Simeu -. Cittadini e operatori sono sullo stesso fronte della battaglia. Pochi anni fa in Francia una situazione migliore della nostra attuale ha originato un clamoroso sciopero nei pronto soccorso, opzione che non vogliamo e non possiamo considerare.

Sui pronto soccorso interviene anche l’Ordine dei Medici
Sulla questione interviene anche l’Ordine dei Medici. “Io credo che serva un intervento straordinario innanzitutto per preservare oggi i pronto soccorso e le aree dell’urgenza-emergenza. E poi ritengo che serva un intervento straordinario sul personale. Credo che il Governo debba fare un investimento economico straordinario per dare una risposta ai bisogni dei medici che non sono soltanto in termini di numero di personale, ma anche di dignità del lavoro”. Ad auspicarlo è Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). “Non si può pensare di risolvere il problema del Servizio sanitario nazionale solo rinnovando le strutture e le infrastrutture – sottolinea all’Adnkronos Salute -.
Basta con la politica dei tagli al personale
Si è fatto un intervento sicuramente molto apprezzato che è quello dell’aumento delle borse di specializzazione, nei percorsi post laurea. Che pone sicuramente, a partire da oggi, una risoluzione al problema della carenza degli specialisti. Su questo non c’è dubbio. Le 30mila borse messe negli ultimi 2 anni sono un investimento straordinario fatto”. Ma finché non darà i suoi frutti, e ci vuole il tempo tecnico dei percorsi formativi, “rimane il problema contingente da risolvere”, fa notare il numero uno dei medici italiani. “E rimane anche un’altra questione. Quella politica fatta di tagli al personale oggi sta esplodendo, sta dando tutti gli effetti deleteri che da sempre stiamo preannunciando. Ecco perché, a fronte di tutto questo, credo serva un intervento straordinario”. Un intervento che garantisca “dignità del lavoro”, sostiene Anelli.