Dirottato volo United per Roma-Fiumicino: il pc del passeggero si ‘perde’ nella stiva, parte la procedura d’emergenza

Roma, il volo United per Fiumicino

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“Non sappiamo in che stato sia, non possiamo accedervi, non possiamo vederlo”. Con queste parole, il comandante del volo United Airlines 126, partito da Washington Dulles e diretto a Roma Fiumicino, ha comunicato ai controllori di volo la decisione di invertire la rotta e tornare indietro. Il motivo, apparentemente banale, si è rivelato un potenziale rischio di sicurezza: un computer portatile smarrito nella stiva, caduto da una fessura nella cabina e finito in un’area inaccessibile.
L’episodio, avvenuto il 15 ottobre scorso, è stato raccontato solo di recente dal Washington Post, suscitando ampio dibattito nel settore aeronautico. La decisione del comandante, prudente ma inusuale, ha evidenziato come anche un oggetto comune possa diventare un problema serio a 10.000 metri di quota.

L’allarme a bordo e il ritorno a Washington

Il volo era in quota da circa un’ora, con 216 passeggeri a bordo, quando un viaggiatore ha segnalato di non trovare più il suo laptop. Dopo i tentativi falliti del personale di bordo, è emerso che il computer era scivolato dietro un pannello e finito in una zona non accessibile dell’aereo, un Boeing 767.
Il comandante ha subito contattato la torre di controllo di Boston, precisando di non voler dichiarare un’emergenza formale, ma di agire “per estrema cautela”. La ragione era chiara: la batteria al litio del laptop era ancora attiva e il punto in cui si trovava non era coperto dai sistemi antincendio. In caso di surriscaldamento o corto circuito, un incendio in quella zona sarebbe stato impossibile da gestire in volo sull’Atlantico.
Così, tra lo stupore dei controllori e dei passeggeri, il pilota ha scelto di rientrare a Dulles, dove l’aereo è atterrato dopo poco più di due ore.

Il recupero e la ripartenza per l’Italia

Una volta a terra, le squadre di manutenzione hanno individuato il punto esatto dove il computer era finito e lo hanno recuperato senza ulteriori danni. Dopo un’ispezione completa, l’aereo è stato dichiarato nuovamente operativo.
Il volo ha poi ripreso la rotta verso Roma alle 3:30 del mattino, arrivando a Fiumicino con quattro ore e mezza di ritardo. United Airlines ha confermato l’accaduto, sottolineando come la decisione del comandante sia stata “in linea con le procedure di sicurezza più rigorose”.
Nessun passeggero è rimasto ferito o in pericolo, ma l’episodio ha riacceso il dibattito sull’effettiva sicurezza dei dispositivi elettronici personali a bordo.

Batterie al litio: un rischio sempre più sotto osservazione

Il caso United non è isolato. La Federal Aviation Administration (FAA) registra ogni anno decine di episodi legati al surriscaldamento delle batterie al litio. Nel solo 2024, sono stati segnalati oltre 50 incidenti su voli commerciali statunitensi, tra cui casi di fumo, calore estremo e piccole fiammate.
Per questo motivo, la FAA vietata di imbarcare batterie sfuse o sigarette elettroniche nel bagaglio da stiva, imponendo che restino in cabina, “in luoghi dove un potenziale surriscaldamento sia visibile e accessibile”.
Negli ultimi mesi, due voli Air France diretti ai Caraibi sono tornati indietro per motivi analoghi: cellulari smarriti tra le fessure dei sedili. Secondo gli esperti, anche una semplice pressione sul dispositivo può danneggiare la batteria e causare una reazione termica incontrollabile.

Sicurezza prima di tutto

“Qualsiasi dispositivo elettronico non sotto controllo è un potenziale rischio”, ha spiegato Hassan Shahidi, presidente della Flight Safety Foundation. “In uno spazio ristretto e difficilmente accessibile, anche un piccolo guasto può trasformarsi in un incendio difficile da gestire”.
L’episodio del volo United dimostra che la prevenzione resta la prima regola della sicurezza aerea. In un settore dove ogni decisione è guidata dal principio di massima cautela, meglio un atterraggio imprevisto che un rischio sottovalutato.
Per i passeggeri, il messaggio è chiaro: tenere sempre i dispositivi elettronici sotto controllo, evitare di infilarli tra i sedili e segnalare subito eventuali anomalie.
In tempi di voli sempre più lunghi e aerei sempre più tecnologici, anche un semplice laptop può trasformarsi in un campanello d’allarme. E, come dimostra il caso United 126, la prontezza di un comandante può fare la differenza tra un inconveniente e una potenziale emergenza.