Disabili figli di un Dio minore. Anche ai Musei Vaticani

Le persone con diversa abilità nell’anno di grazia 2020 sembrano purtroppo essere ancora figlie di un Dio minore. Anche ai Musei Vaticani. Nonostante gli appelli all’inclusione e le promesse di istituzioni e governanti di intervenire per abbattere le barriere architettoniche. Per rendere fruibili gli spazi pubblici, i trasporti e i musei. I posti di lavoro. Ma forse le barriere più difficili da superare sono proprio quelle mentali. Perché finché non ci si sbatte la testa da vicino, sembra che queste siano storie che riguardano sempre gli altri. E invece le persone fragili sono ovunque, anche senza particolari patologie. Basti pensare all’ostacolo che può rappresentare una buca per un anziano. O delle strisce pedonali sbiadite per un ipovedente. Eppure esiste da molto tempo una Giornata internazionale delle persone con disabilità. Che cade il 3 dicembre di ogni anno. Ormai dal 1981, anno in cui l’ONU ne celebro’ l’istituzione.

La denuncia di Alessia. Mia figlia è disabile e non ha libero accesso ai Musei Vaticani

E allora appare ancora più grave quanto denuncia Alessia. Una mamma come tante altre, che come tutte le madri ama sua figlia alla follia. Sei anni fa purtroppo la vita per mamma e figlia è cambiata, perché la ragazza si è ammalata di una grave encefalopatia. Che l’ha costretta sulla sedia a rotelle, e le ha tolto l’uso della parola. Ma non certo la passione per la vita, la curiosità e l’intelligenza. Ora lei frequenta l’Universita’, facoltà di Storia dell’Arte. E con la mamma Alessia si è recata in visita ai Musei Vaticani. Ma ha scoperto purtroppo che le barriere architettoniche e mentali esistono anche qui. Infatti alcune sale di grande fascino non sono accessibili per chi ha problemi di deambulazione motoria, e deve ricorrere alla sedia a rotelle. Niente museo Egizio dunque, e niente spazio Pio Clementino. E le lacrime di gioia della giovane studentessa si sono presto trasformate in lacrime di rabbia e di frustrazione. Che tristezza, siamo nel 2020 e in Vaticano. Dove ogni discriminazione anche non voluta dovrebbe restare per  sempre fuori dalla porta. O in questo caso, dal portone dei Musei.

Una studentessa disabile non può piangere per entrare al museo. La mamma Alessia, mia figlia è stata discriminata

Mia figlia è stata discriminata, ancora una volta. Per questo ho scritto una lettera su twitter, e ringrazio tutti coloro che l’hanno voluta condividere. Nel 2020 l’accessibilità per le persone con diversa abilità dovrebbe essere globale, specie in spazi culturali di rilevanza mondiale. Come i Musei Vaticani.  Ma evidentemente ancora non è così. Ci sono gli sconti è vero, e sono previsti ingressi gratuiti per i disabili più gravi e per i loro accompagnatori. Ma preferirei pagare, conclude Alessia. E poter girare liberamente con mia figlia tutto il Museo. Proprio come fanno gli altri visitatori. E non sono mancate le reazioni sui social a questa denuncia. Anche da cittadini che accusano esplicitamente il Vaticano di essere uno Stato ricco, che dovrebbe investire di più per aiutare tutte le persone. Non solo gli immigrati irregolari ma anche gli Italiani fragili. Che sono tantissimi. Tanti i commenti sulla chat  di Alessia, e vedremo se per l’accessibilità  ai Musei Vaticani cambierà qualcosa.

Per correttezza di informazione, precisiamo infine che sul sito MV esiste una sezione dedicata proprio ai diversamente abili che vogliano accedere ai Musei. Con l’indicazione di dove acquistare i biglietti gratuiti, e sulle modalità di noleggio delle carrozzine in loco. Magari uno sforzo in più per rendere davvero accessibili tutti gli spazi sarebbe però il caso di farlo subito. Per evitare altre figuracce come questa.

https://twitter.com/alebabyshambles/status/1268648236144877569?s=21