Discoteche, governo schizofrenico. “Riapriamole, anzi, no…”

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Nel Lazio ci sono decine e decine di discoteche. Ci lavorano migliaia di persone. La nuova chiusura del governo argomenta che per ragioni oggettive è uno dei luoghi dove il contagio è più facile. Ma i titolari delle discoteche (e night, locali da ballo, etc.) obiettano che in realtà a tutt’oggi non c’è un solo caso di contagio legato alle discoteche. Il comparto peraltro stava già vivendo una situazione complicata da mesi. Questo macigno probabilmente è la campana a morto per parecchi. Quando i locali di questi tipo riaprirono, il 13 giugno, le limitazioni e gli investimenti erano fortissimi. Capienze ridotte, più personale, spese per garnatire la sanificazione. Ora si è a rischio sopravvivenza.

Non solo le discoteche ad alto rischio

Insomma, non ci sono solo le discoteche a rischio, ma tutto un indotto. Perché la discoteca non è solo socialità, ma va considerato, dicono gli addetti ai lavori, che la muscia è anche arte, cultura, turismo. A monte di tutto questo c’è l’incapacità di un governo che non sa più che fare. Perché, se le cose stanno così, allora hanno riaperto le dicoteche? Se lo chiede il dj Linus: “Ma eravate tutti ubriachi quando avete consentito le riaperture a giugno?”. Domanda legittima, alla quale se ne aggiugono anche altre. Assembramenti, è facile dirlo. Allora perché non chiudere stabilimenti, passeggiate, ristoranti, bar, supermercati? “La verità – dicono i titolari delle discoteche – è che noi siamo il capro espiatorio”.

Che fine faranno tutti gli adetti?

Il problema adesso si sposta sul sostegno a questo comparto penalizzato da mesi. Gli imprenditori lamentano una perdita di almeno 4 miliardi di euro. Senza contare che ancora oggi, in molti casi ù, le casse integrazione non sono ancora arrivate e che molti titolari hanno anticipato i soldi ai loro dipendenti. Quelli che potevano, ovviamente. “Per fortuna in Italia abbiamo solo due attività e tutte e due hanno funzionato bene”. Lo dice  l’imprenditore Flavio Briatore, dopo i recenti provvedimenti presi dal governo Conte sulle discoteche. “Il punto è che solo in Italia decidono queste restrizioni dal giorno alla notte. Anche a Monaco le discoteche sono chiuse, si è trattato però di una regola chiara fatta fin dall’inizio”. Per Briatore “qui invece non si rendono conto di come si prendono le decisioni. La gente che abbiamo assunto per la stagione che fine farà? Quei ragazzi lì dove li mettiamo? La marcia indietro a metà stagione è chiaramente un problema”.