Disperato contro il governo, si incatena per darsi fuoco al Quirinale

Governo quirinale

Il governo non lo vogliono più neanche come interlocutore.
Gli italiani, ridotti allo stremo dalla crisi, di chiacchiere e proclami non sanno più che farsene.
Voleva parlare solo con Giorgia Meloni o con Matteo Salvini, l’uomo che questa mattina si è incatenato davanti al Quirinale.
In una calda domenica di fine giugno, in una Roma orfana di turisti a causa delle conseguenze della pandemia e di molti romani al mare per il ponte di san Pietro e Paolo.

Al Quirinale, in catene contro il governo

Senza più un lavoro, il conto corrente bloccato dalla banca, la casa pignorata e due figli da mantenere.
Due ragazzi ai quali l’uomo non aveva più non solo soldi, ma neanche risposte da dare.
Voleva darsi fuoco.
La protesta dettata dalla disperazione.
E stamattina, Simone Baiocchi, quando si è svegliato, ha deciso che bisognava fare qualcosa.
Per se stesso. Per la sua famiglia.
In qualche modo era necessario farsi sentire.
A qualsiasi costo.
E ha tentato il gesto eclatante, dettato dallo scoramento.
Di aiuti dalle Istituzioni neanche a parlarne.
La banca che non gli dava più credito.
La casa in bilico per il pignoramento.
E una famiglia sulle spalle.
Ha preso le sue cose, che forse aveva preparato da tempo, ed è andato sulla piazza del Quirinale, incatenandosi alle colonne della fontana.

Pronto al gesto estremo

Pronto al gesto estremo.
“Non ho più nulla”, ripeteva piangendo.
E gli agenti intervenuti sulla piazza, e visibilmente toccati dalla sua disperazione, hanno faticato non poco a farlo desistere dalle sue intenzioni.
Ma alla fine, il cinquantenne, romano, è stato portato in Questura.
Difficile ripartire dopo il Covid, dopo il lockdown.
Per molti impossibile.
Una crisi economica che probabilmente è andata ad aggravare problemi già esistenti.
E il gesto di Simone rischia di essere solo il primo di una lunga serie se non arriveranno in fretta risposte serie e concrete.