Domani Roma può cacciare il governo Conte. Se vince Leo

Conte rischia

La prima cosa da controllare stamane, se domani ci vogliamo liberare del governo Conte, è la tessera elettorale. Se ci sono ancora spazi liberi per i timbri, tutto ok. Altrimenti bisogna farsene dare una subito dal Comune.

La seconda cosa da fare è telefonare a tutti i nostri amici che abitano in centro storico, a Prati, alla Balduina, al Flaminio, insomma nel collegio Roma 1 della Camera. Bisogna liberarci dei signori delle tasse, andiamo a votare per Maurizio Leo e battere il ministro dell’economia Gualtieri. Se avete amici di sinistra suggerite loro un bel posto dove trascorrere la domenica fino a lunedì mattina.

Può cadere il governo Conte

Perché col voto di domani Roma può finalmente liberare l’Italia dal governo più odioso che ci sia. Se in un collegio che la sinistra considera suo il super ministro dei poteri forti va a casa, ruzzola anche il governo Conte. È inevitabile.

Non ci sono sondaggi. Vince chi vota. Ogni previsione è magia dopo che a Napoli, domenica scorsa, Sandro Ruotolo è diventato senatore grazie a così pochi voti che sembrava più un condominio che un collegio elettorale. Appena il 9,5 degli elettori è stata l’affluenza registrata ai seggi. Basta recarsi alle urne, dove prevedibilmente si voterà in pochissimi minuti, e magari riusciremo nel colpaccio, basta essere uno più di loro e si vince. Se invece prevale la pigrizia e non si va a votare, poi non ci si deve lamentare se a Palazzo Chigi resta Conte con la sua banda di tassatori.

Conosciamo già la musica. “Il collegio è difficile, voglio andare fuori, eccetera eccetera”. Ma dove vai, dopo l’Umbria nulla è impossibile, e la stessa Emilia – l’Emilia! – se la sono dovuta sudare. Se facciamo tutti il nostro dovere ci prendiamo una grande soddisfazione, cala la spocchia rossa, non dobbiamo aspettare la prossima volta.

Leo merita di vincere

Maurizio Leo se lo merita, questo piccolo sacrificio nel recarsi al seggio, perché ha fatto una campagna elettorale davvero a tappeto. Gualtieri aveva tutti i mezzi possibili e immaginabili a disposizione per un ministro dell’economia a partire dalle televisioni, ma Leo non si è certo fermato. E la partita si può vincere, come ci ha raccontato ieri nella sua intervista a 7colli.

E poi, pensiamoci: contro Gualtieri ci sono anche i suoi compari di maggioranza dei Cinquestelle. A sbarrargli la strada c’è anche la grillina Rendina, il che è significativo delle divisioni nella maggioranza di governo. Tanto più che la Raggi si conterà proprio sulla candidata del suo MoVimento.

Ancora a sinistra concorre Marco Rizzo, comunista coriaceo e davvero molto ostile al ministro dell’economia “e dei poteri forti”, come ripete ovunque.

A proposito di “sinistra”. Gualtieri ha girato nel collegio con i pezzi grossi del Pd, a partire da Zingaretti e perfino col commissario europeo Gentiloni. Ci mancava solo Conte. Ma non si è mai visto nei quartieri con Matteo Renzi. Magari arriva un altro sgambetto dal turbolento capo di Italia Viva. Che non avrà così tanti seguaci, ma con la sua piccola percentuale elettorale può essere sufficiente a far perdere il ministro. Basta far restare a casa i suoi. Così perde chi non vota…