Domenica bestiale di assembramenti. Così il rischio Covid non è calcolato (video)

La zona gialla diventa un tana libera tutti. Le cronache dall’Italia registrano una domenica di assembramenti selvaggi. Tra i più clamorosi e meglio documentati da foto e video, quello avvenuto a Napoli. Il “rischio calcolato”, annunciato del premier Draghi, alla luce di queste notizie è tutto tranne che calcolato.
Assembramenti a Napoli: senza controlli
Prendete quello che è il Mattino ha definito una “giornata di ordinaria follia a Napoli”. Tra feste in riva al mare e assembramenti dal centro storico al Vomero. Addirittura, alcuni cittadini partenopei hanno allestito una celebrazione dedicata alla «liberazione dal Covid». Migliaia di persone in strada tra il quartiere di Toledo, zona collinare e lungomare. Insomma, Napoli è diventata gialla prima della data ufficiale, come se il virus fosse scomparso.

A Bologna il rave party per la Liberazione è lecito
A Bologna, invece, hanno approfittato della zona gialla per fare un rave party all’insegna del 25 aprile. In molti si sono liberati anche dalle mascherine per “spinellare”, lanciare fumogeni, ballare senza limitazioni di sorta. Tutto è concesso quando si tratta di celebrare i riti cari alla sinistra. Evidentemente, al Viminale c’è qualcuno che si è distratto.
In questa domenica di follia, il caso più paradossale lo hanno riferito i giornali dalla Calabria, regione ancora in zona arancione.
In Calabria il fatto da barzelletta: carabinieri multano poliziotti
A Corigliano – Rossano, in provincia di Cosenza, un gruppo di poliziotti si è ritrovato in un bar del posto insieme a un dirigente della sanità locale per bere un caffè. Due carabinieri in servizio hanno notato la «riunione in divisa» all’interno dell’esercizio commerciale. Hanno quindi multato i colleghi poliziotti, regolarmente in abito d’ordinanza e peraltro senza mascherina.
Multato anche il dirigente della sanità che stava prendendo il caffè insieme ai poliziotti del commissariato cittadino e disposta anche la chiusura del bar. A farne le spese anche il povero proprietario del bar, che avrebbe dovuto “vietare” ai poliziotti di consumare. Vero che la legge è legge, ma è altrettanto vero è che a farne le spese sono sempre i cittadini comuni.