Donna e bimba trovate morte a Villa Pamphilj: confermato rapporto di parentela madre-figlia

L’esito dell’esame del Dna ha confermato il rapporto di parentela tra la donna e la bambina di pochi mesi trovate morte nel parco di Villa Pamphili, a Roma, sabato scorso: sono madre e figlia. Una tragedia ancora avvolta nel mistero quella di Villa Doria Pamphilj, una delle aree verdi più grandi e amate della Capitale. Dopo che i due corpi sono stati trovati morte sabato scorso all’interno del parco, l’ipotesi al momento più accreditata è quella del duplice omicidio aggravato. Ma restano molti interrogativi ancora senza risposta, a partire dall’identità della donna, che non è mai stata segnalata alle forze dell’ordine italiane.
Attese le risposte dal Dna
Al centro delle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, c’era la bambina trovata senza vita a poca distanza dal corpo della donna. L’ipotesi principale è che si trattasse della figlia della vittima, ma solo l’esame del Dna poteva confermare l’eventuale legame di parentela tra le due. Un dato molto rilevante, arrivato solo oggi a tarda mattinata che conferma così il legame di parentela madre-figlia.

Il primo esito dell’autopsia sul corpo della neonata aveva rivelato segni evidenti sul collo, compatibili con uno strangolamento. Un dettaglio agghiacciante che rafforza l’ipotesi dell’omicidio. Diversamente, sul corpo della donna non sarebbero emerse tracce di violenza fisica, un elemento che lascia aperta anche la possibilità di un gesto volontario successivo all’uccisione della piccola o, meno verosimilmente, di una morte naturale.
I tatuaggi, unico indizio per identificare la vittima
La svolta potrebbe arrivare grazie a quattro tatuaggi distintivi rinvenuti sul corpo della donna. Le immagini, diffuse ieri dalla Questura di Roma, hanno immediatamente suscitato decine di segnalazioni al numero di emergenza 112. Si tratta di un primo tatuaggio raffigurante una rosa, situato sulla parte interna del piede destro, vicino al malleolo; un secondo disegno floreale con una stella sull’addome superiore; un terzo tatuaggio rappresentante uno scheletro su una tavola da surf, all’esterno del braccio destro; e infine, due pappagalli bianchi tatuati sul lato interno dello stesso braccio.
Questi disegni sul corpo sono, al momento, l’unico elemento tangibile su cui la Squadra Mobile della Polizia sta costruendo l’identikit della vittima, descritta come una giovane donna tra i 20 e i 30 anni, dai lineamenti caucasici, capelli chiari, alta 1,64 metri e con un peso di circa 58 chili. Le impronte digitali, subito rilevate, non hanno restituito alcun riscontro nelle banche dati italiane, segno che la donna non risulta schedulata. Per questo motivo, sono state inviate all’estero, nella speranza che possano coincidere con profili registrati in altri Paesi.
Nuovo sopralluogo a Villa Pamphilj
Questa mattina la Polizia è tornata sul luogo del ritrovamento per un nuovo sopralluogo. Villa Pamphilj, polmone verde della città e frequentata quotidianamente da famiglie, sportivi e turisti, è diventata improvvisamente teatro di una tragedia che ha sconvolto l’opinione pubblica. L’area del ritrovamento è stata accuratamente setacciata in cerca di nuovi elementi utili alle indagini. L’obiettivo è capire se la donna e la bambina fossero lì da molto tempo, se qualcuno le avesse viste nei giorni precedenti e se possano esserci testimoni, anche involontari, che possano aver notato qualcosa di insolito.
Le segnalazioni al vaglio degli investigatori
Dopo la diffusione delle immagini dei tatuaggi, sono arrivate numerose segnalazioni. Al momento sono tutte al vaglio degli investigatori, che dovranno valutare l’attendibilità delle informazioni e acquisire eventuali elementi utili per l’identificazione della donna. Qualsiasi dettaglio, anche apparentemente secondario, potrebbe risultare decisivo per ricostruire gli ultimi giorni di vita della vittima e della bambina.
Un caso complesso tra riscontri scientifici e silenzi
Il giallo di Villa Pamphilj resta complesso, frammentato, immerso in un silenzio che avvolge i protagonisti di questa tragedia. Gli inquirenti stanno cercando risposte in ogni direzione, dai profili social ai contatti telefonici, passando per l’analisi delle immagini delle videocamere di sorveglianza nei pressi del parco. Intanto, il fascicolo aperto in Procura ipotizza il reato di duplice omicidio aggravato. Una pista che lascia intendere come gli investigatori non escludano affatto che entrambe le morti siano il frutto di un’azione deliberata, forse da parte di un terzo soggetto, o in alternativa, di una tragedia personale culminata in modo drammatico.

