Donzelli: non spetta ai giudici fare scelte politiche, non sono eletti dal popolo

clandestini lampe

“Non spetta ai singoli magistrati stravolgere le decisioni del governo”. Lo dice Giovanni Donzelli alla “Stampa” a proposito della sentenza della giudice di Catania sui clandestini. “E’ inopportuno che un magistrato cerchi di fare delle scelte politiche al posto della politica”, spiega il deputato e responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia, aggiungendo: “I giudici, anche i più stimabili, non sono stati scelti dal popolo, non sono chiamati a fare scelte politiche”. Per Donzelli, “la sinistra da sempre perde le elezioni e poi cerca delle scorciatoie per vie giudiziarie”.

I clandestini continuano ad arrivare illegalmente

Nuovo sbarco di clandestini, intanto, la notte scorsa, sull’isola di Lampedusa, dove sono arrivate 40 persone. Tra loro 33 uomini, 5 donne e due minori. L’imbarcazione, partita il giorno prima dalla Libia, è stata “soccorsa” da una motovedetta della Guardia di Finanza. Dopo gli sbarchi di clandestini delle ultime ore sono 196 le persone presenti all’hotspot dei Lampedusa. Tra loro ci sono 19 minori non accompagnati. Per oggi non sono previsti trasferimenti.

Zaia: l’Italia sta diventando il campo profughi d’Europa

Interessante la riflessione del governatore del Veneto Luca Zaia a questo proposito. “L’Europa non si sta occupando di questo esodo biblico, non considera più i confini italiani come confini europei. L’Italia sta diventando il ventre molle dell’Europa e pian piano ne diventeremo anche il campo profughi. Abbiamo l’imbarazzo di avere un’Europa totalmente assente, latitante – ha aggiunto Zaia – che non si sta minimamente occupando del problema. In Europa abbiamo votato e voluto Schengen, non vedo per quale motivo alcuni Paesi devono chiudere le frontiere. I ricollocamenti dei cittadini immigrati che arrivano in Italia non hanno nessuna efficacia a livello europeo. Chi scappa da morte e da fame deve avere ospitalità dignitosa ma molto spesso va in tilt perché arrivano migranti economici che non c’entrano nulla con morte e fame”.

Assistiamo a un cambiamento della fisionomia delle nostre comunità

Secondo Zaia questo sta portando al “cambiamento della fisionomia delle nostre comunità. Per questo noi dovremmo rivedere i servizi sanitari, educativi e sociali in generale. Non vuol dire che siamo contro una società multietnica – ha concluso Zaia -. Ma un discorso è un processo naturale, un altro è quello che sta accadendo adesso, che non ha nulla a che vedere con il processo naturale. Chi muore di fame va aiutato, ma qui abbiamo un problema che si chiama Europa”. Sui Cpr Zaia ha spiegato che “sono un anello della filiera dell’immigrazione ma non dipende dalle regioni. Sembra che l’obiettivo nazionale sia di averne uno per ogni regione. Stiamo parlando di una detenzione amministrativa di un massimo di 18 mesi volta al rimpatrio. Non c’entra nulla con l’arrivo dei migranti nel territorio italiano”.