Dopo 50 anni di TeleKabul ora il problema è Corsini? Ma il tempo dei processi proletari è finito

paolo corsini

Una tempesta cercata, voluta, e infine scatenata. Peccato che sia in un bicchier d’acqua. Il Pd fa scoppiare il caso Paolo Corsini, intervenuto ad Atreju come moderatore. Ve ne vuole di faccia tosta: dopo decenni di completo controllo delle reti Rai della sinistra, con conduttori clamorosamente di parte, e tralasciamo l’elenco perché sono davvero troppi e tutti noti, dopo notizie politiche e di cronaca omesse o date in  modo fazioso, dopo che autorevoli giornalisti dlela Rai, grazie al servizio pubblico, sono diventati parlamentari solo per la notorietà data loro dalla ERai, adesso il problema è Paolo Corsini, che ha solo la colpa di non aver mai nascosto le proprie idee, anche quando era difficile farlo. La sinistra non si vergogna di nulla ed è in palerse malafede.

Corsini ha la sola colpa di non essersi mai nascosto

Ecco come sono andate le cose, giacché eravamo presenti. Nel corso del suo intervento Corsini dice semplicemente: “Nelle edizioni passate abbiamo visto Bertinotti, Veltroni, D’Alema, Conte…. Quest’anno il confronto ce l’abbiamo ma qualcuno ha preferito rifiutare, forse perché nell’era dei social è più facile cercare un po’ di like, ma a dibattere nel merito hanno preferito occuparsi di come vestirsi o di che colore utilizzare piuttosto che confrontarsi nel merito”. Corsini ha anche usato più volte il pronome “noi” riferendosi ai dirigenti di Fratelli d’Italia il partito della premier Giorgia Meloni che organizza la convention. Ma questa è roba da tribunali speciali, che ci auguravamo fossero finiti dopo la guerra.

La Soldi stigmatizza, forse non ricorda TeleKabul?

La presidente di viale Mazzini, Marinella Soldi, ha stigmatizzato quanto accaduto: “Credo che un giornalista del servizio pubblico debba garantire un atteggiamento sempre equidistante, a prescindere dal contesto in cui opera”. Peccato che nei decenni scorsi la Rai non aveva questo atteggiamento verso i conduttori che non facevano parlare o tacitavano scorrettamente gli ospiti che non fossero marcatamente di sinistra. Ricordiamo perfettamente un’ospitata di un ambasciatore israeliano che fece andare chiaramente su tutte le furie una conduttrice nota per le sue simpatie di sinistra, ma lei poteva. Oppure il caso di Berlusconi che abbandonò lo studio perché oggetto di attacchi e censure da parte si una giornalista Rai, anche lei militante a sinistra.

La replica di Corsini

Corsini replica: “Quando si estrapolano parole dal contesto in cui sono state espresse, si corre sempre il rischio di prestarsi a facili critiche e strumentalizzazioni. Invitato a moderare il dibattito introduttivo di una manifestazione che presenta al pubblico un parterre di ospiti e personalità di altissimo livello. In questo quadro, mi dispiace che alcune mie frasi abbiano generato fraintendimenti. Nei miei brevi interventi, finalizzati esclusivamente ad animare il dibattito e coinvolgere e presentare i relatori, non c’era alcun intento politico o polemico e di questo mi scuso. Sono un giornalista del Servizio Pubblico e il mio impegno quotidiano, come quello di tutti i miei colleghi, è garantire in ogni situazione autonomia, pluralismo e completezza nell’informazione”.

Filini: dal Pds solo intimidazioni

Polemica lunare, dice Francesco Filini, capogruppo di FdI in Vigilanza Rai.  “Corsini non ha detto nessuna frase sconveniente. La campagna mediatica scatenata dalla sinistra è pregiudiziale e del tutto campata in aria. Ma soprattutto mette in luce tutta la frustrazione del Pd nei confronti di una festa a cui la loro leader ha deciso di non partecipare”. Per Filini si tratta di intimidazioni. “Due giorni fa si sono scagliati contro il Tg1 solo perché aveva dato notizia dell’inizio di Atreju. Oggi mettono nel mirino un giornalista Rai chiamato a moderare un dibattito. Queste intimidazioni nei confronti dei giornalisti Rai non sono accettabili. E lo sono ancora meno quando vengono da chi per anni ha lottizzato la Rai.

Kelany: dal Pd censure pretestuose

“Dalle insolenze sul servizio al Tg1, sino alle critiche sull’intervento del direttore Paolo Corsini, la sinistra dimostra di privilegiare la censura ad un sistema di informazione pluralista. Le censure mosse al direttore degli approfondimenti Rai Corsini sono pretestuose e infondate, la libertà di esprimere il proprio pensiero non può essere mai messa in discussione, ancor più se si pensa che fino a ieri vedevamo giornalisti, direttori e dirigenti Rai sperticarsi nelle lodi della sinistra, senza remore né mezzi termini. Oggi invece moderare un dibattito, peraltro in un luogo come Atreju che storicamente esprime il confronto ai massimi livelli, sembra essere diventata un’onta di cui fare ammenda”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, Sara Kelany.