Dopo Guidonia e Roma, Mister Asfalto rispunta a Torvaianica: la Città Metropolitana gli affida la litoranea per Ostia

Roma, sullo sfondo il logo della Ryders Cup 2023 di golf, in primo piano il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il suo vice in Città Metropolitana di Roma, Pierluigi Sanna

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Di recente, abbiamo raccontato delle interdittive emesse dalla Procura di Roma nei confronti di 17 società tra le quali la società srl riconducibile alla rete imprenditoriale capitanata da “Mister Asfalto”, l’imprenditore dei Castelli Romani arrestato (ma poi subito rilasciato) con l’accusa di aver fornito asfalto scadente per circa 100 milioni di euro pubblici a Roma e Guidonia in occasione della Ryder Cup di golf 2023. Sotto indagine, nello stesso filone, era finita anche Astral spa, la società publica della Regione Lazio.

La decisione della Procura di Roma, 17 interdittive in totale, avrebbe dovuto segnare la fine delle ambizioni pubbliche di questa galassia societaria, almeno per i prossimi 5 anni. In teoria, tali provvedimenti precluderebbero ogni rapporto con la Pubblica Amministrazione. In pratica, la realtà ci consegna un copione diverso.

Dalla Città Metropolitana altri soldi anche per Mister Asfalto, dopo quelli per Roma e Guidonia

Un documento della Città Metropolitana di Roma, guidata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, per il tramite del suo braccio-operativo Pieluigi Sanna, certifica un pagamento straordinario (l’ennesimo) di oltre 45 mila euro al raggruppamento temporaneo d’imprese di cui fa parte anche quella srl. L’oggetto del pagamento, che ha un valore ben più ampio, riguarda la riqualificazione della litoranea S.P. 104/B Pratica di Mare, dal chilometro zero al 6+500, un tratto strategico per collegare Torvaianica con Ostia, via Pratica di Mare. Non un’opera marginale, ma un’arteria cruciale per il traffico del litorale sud.

Le 17 interdittive non fermano i pagamenti a favore di Mister Asfalto, ma perchè?

E qui nasce, a nostro avviso, un possibile cortocircuito istituzionale. Dopo l’avvio delle 17 interdittive, l’opinione pubblica si sarebbe aspettata la sospensione immediata dei cantieri e il congelamento di tutti i pagamenti alle società coinvolte. E invece accade il contrario. La srl, pur colpita dal divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione, continua a figurare tra i beneficiari di somme pubbliche e a partecipare agli appalti pubblici di Roma, come accaduto di recente.

Il precedente di Roma-Ostia e Villa Ada, poi fermati in extremis

Già nel recente passato, avevamo documentato i tentativi della stessa società di ‘riciclarsi’ professionalmente in settori inediti, come la riqualificazione dei parchi cittadini. Dalla pineta di Ostia a Villa Ada. La società e il suo deus ex machina avevano tentato la via del “green”, aggiudicandosi due bandi, poi annullati dal Campidoglio dopo la pubblicazione dei nostri articoli. Episodi che mostravano chiaramente la volontà di rientrare in scena con strategie politiche che qualcuno definirebbe camaleontiche, pronte a spostarsi dal bitume all’ambiente pur di intercettare risorse pubbliche.

Una rete che resiste ai divieti? La rete si prende i soldi della litoranea Torvaianica – Ostia

La forza di questa rete imprenditoriale sta proprio nella sua capacità di adattamento. Nonostante i provvedimenti giudiziari, le società coinvolte riescono ancora a inserirsi nei meccanismi della spesa pubblica. Non si tratta più solo di vincere bandi milionari, ma anche di garantirsi flussi finanziari attraverso certificati straordinari, revisioni prezzi e varianti. L’atto odierno ne è la prova: una spesa formalmente corretta, tecnicamente giustificata, ma politicamente dirompente.

La responsabilità politica di Campidogli e Città Metropolitana

La domanda che sorge spontanea è di natura politica, prima ancora che giudiziaria, visto che la Procura di Roma, nonostante le nostre richieste, non ci ha fornito, purtroppo, ad oggi, la copia dei documenti contenenti i nomi di tutte le 17 società coinvolte dall’interdittiva, che abbiamo richiesto al PM per il tramite della Guardia di Finanza. In ogni caso, ci chiediamo: come è possibile che la Città Metropolitana, organo di secondo livello guidato dal sindaco di Roma, autorizzi erogazioni a società già colpite da interdittive antimafia? È qui che emerge la responsabilità delle istituzioni. Se da un lato i dirigenti applicano norme e procedure, dall’altro la politica ha il dovere di garantire trasparenza e credibilità. Ogni pagamento autorizzato in simili contesti diventa un colpo alla fiducia dei cittadini.

Il paradosso delle interdittive, ma chi sono le 17 società? Non si sa…

Le interdittive dovrebbero rappresentare uno strumento di prevenzione, un muro invalicabile a tutela della legalità. Eppure, la vicenda dimostra che tali misure non sempre producono l’effetto atteso. Mister Asfalto e la sua rete continuano a beneficiare di soldi pubblici, trattati alla stregua di operatori economici ordinari. Un paradosso che mina la stessa autorevolezza dello Stato.

Conclusione: un banco di prova per la giustizia

Se la magistratura dovrà stabilire eventuali responsabilità penali, nel corso di un processo dai tempi presumibilmente lunghi, spetta alla politica garantire che simili situazioni non si ripetano. L’atto della Città Metropolitana non è un dettaglio burocratico: è la fotografia di un sistema in cui interdittive e divieti rischiano di trasformarsi in carta straccia. La vicenda di Mister Asfalto, da Guidonia a Roma fino a Torvaianica, ci ricorda che il vero terreno di scontro non è solo nei tribunali, ma soprattutto nella capacità delle istituzioni di difendere la propria integrità.

Città Metropolitana di Roma, il pagamento alla società di Mister Asfalto