Dopo il Covid chi salverà ATAC? È allarme trasporto pubblico

È allarme rosso per il trasporto pubblico locale. Ovviamente la questione non riguarda solo Roma, ma tutto lo scenario internazionale successivo all’epidemia di coronavirus. Perché non si sa bene quando usciremo dall’emergenza, ma sembra chiaro che il nostro stile di vita muterà radicalmente. Almeno per un bel po’ di tempo. Torneremo lentamente alle nostre vite normali, certo. E riprenderemo le attività lavorative, con tutta la prudenza e il distanziamento sociale che purtroppo abbiamo imparato a conoscere bene. Ma secondo uno studio dell’IPSOS uno dei settori che andrà più in sofferenza sarà proprio quello del trasporto pubblico. Lo studio sarebbe già stato condotto anche in Cina, proprio nel distretto della provincia di Wuhan. E i risultati sarebbero chiari. Da quando ci sono state le prime riaperture, l’uso del mezzo pubblico è calato dell’oltre il 30 per cento. E parliamo della Cina, dove tutti sono molto disciplinati. E dove le mascherine e i guanti monouso non mancano di certo. Ma che succederà qui a Roma? Come sarà possibile prendere di nuovo l’autobus e la metropolitana e a quali condizioni?

Con le nuove regole pochi passeggeri e distanziati su bus e metro. È allarme, chi salverà l’ATAC questa volta?

Il trasporto pubblico locale riprenderà come tutto il resto, certo. E anche ora autobus e metropolitane a Roma viaggiano regolarmente. Anche se ad orario ridotto e la sera fino alle 21.00. Ma cosa succederà quando partirà veramente la fase 2 e molte persone torneranno al lavoro? È difficile dirlo, ma le nuove regole saranno comunque stringenti. Guanti e mascherine per tutti gli utenti, e dalle notizie che filtrano i passeggeri potranno occupare solo i posti a sedere. Facile fare due calcoli, un autobus contiene circa cento persone, delle quali non più di una ventina sedute. E ancora peggio va sulla metro. Adesso il problema non c’è perché i mezzi girano semivuoti. Ma tra breve la situazione del trasporto pubblico potrebbe diventare ingestibile. Oltre al fatto che moltissimi cittadini preferiranno muoversi in macchina o in scooter. Evitando contatti ravvicinati con gli altri. Secondo il sito odisseaquotidiana potrebbe davvero essere la fine del TPL almeno come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. Allarme ripreso e rilanciato su twitter da @iltrenoromalido.

Per il TPL di Roma un miliardo e mezzo di debiti. Se Regione e Stato non ci pensano rischia di saltare tutto 

Il debito complessivo negli ultimi dieci anni per ATAC supera gli otto miliardi di euro. Solo nel 2018, l’azienda del trasporto pubblico capitolino perdeva ancora oltre un miliardo e mezzo.  Cifre pazzesche, che hanno portato la ex municipalizzata a un passo dal fallimento. Evitato in extremis grazie al concordato. Un accordo omologato dal Tribunale che prevede un piano di rientro graduale con i creditori. Ma per pagare i debiti bisogna produrre utili, lo sanno tutti. E con la riduzione degli utenti legata all’epidemia di coronavirus i conti non tornano più. Bisognerà fare delle scelte, e stabilire se il servizio pubblico di trasporto abbia ancora o meno una funzione sociale. Noi riteniamo di si, e se è così la Regione Lazio e il governo dovranno intervenire. Proprio con quel Fondo nazionale per i trasporti che viene finanziato ogni anno nella manovra economica. E che viene poi trasferito alle Regioni. E da queste ai comuni. Senza un piano Marshall per il trasporto pubblico locale, rischiamo che stavolta a Roma salti il banco. E la capitale d’Italia non se lo può permettere.

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