“Dopo la rapina hanno bevuto lo champagne che avevano portato”

Monteverde, rapina villa

“Hanno portato anche lo champagne, che a un certo punto se lo sono bevuti”: Stefano Proietti, 59 anni, costruttore, racconta la drammatica rapina subita lunedì notte nella sua villa all’Aurelio.

Sei o sette persone, armate di coltelli e pistole e con volti coperti, hanno fatto irruzione, intorno alle 23 di lunedì, nell’abitazione nel quartiere di Monteverde, a Villa delle rondini. La banda ha bloccato il proprietario dell’abitazione e la moglie, costringendoli ad aprire la cassaforte che conteneva contanti, orologi e gioielli del valore di circa mezzo milione di euro.

La rapina ha fruttato mezzo milione di euro

«Sono stati cinquanta minuti terribili – racconta l’imprenditore al Messaggero – Mi tenevano il coltello puntato sulla schiena. Ho temuto che ci avrebbero ucciso». I malviventi avevano il volto coperto e parlavano con un accento dell’Est Europa. Sono fuggiti con un bottino di 300mila euro.

Il padre di Proietti partecipò alla ristrutturazione della cupola di San Pietro. Lui ammoderna, vende e affitta immobili soprattutto alle forze di polizia, anche all’Interpol. Il velo del terrore è calato sulla mega residenza con piscina e un campo da tennis in costruzione, un piccolo paradiso terrestre circondato da palme e cipressi dal nome “ Villa delle Rondini”.

La rapina ha fruttato più di 500 mila euro: dodici orologi tra Rolex e Patek Philippe, sei borse Hermes e Chanel, 27 mila euro in contanti e gioielli. Ma i proprietari devono ancora quantificare con esattezza quanto è stato portato via da una stanza blindata che si trova dietro a un muro.

Accanto a Proietti la moglie, avvocato civilista, Benedetta De Paola, e i loro figli di 11 e 16 anni, oltre a una coppia di filippini loro collaboratori. Tutti chiusi dentro la camera da letto dei genitori e a turno portati in giro per casa dove sotto la minaccia delle armi dovevano indicare dove si trovavano i gioielli e i soldi e «tutto ciò che avevamo di piccolo ma di valore » , spiega la moglie di Proietti.

Una gang dell’Est Europa

L’accesso al residence, che conta più di cento ville, è regolato da una guardiania giorno e notte. Da lì non sono passati. Il percorso più plausibile è quello che dai binari della Roma-Civitavecchia porta al grande parco del comprensorio. Lì si affaccia la recinzione della proprietà del costruttore.

A compiere la rapina una gang di professionisti: hanno neutralizzato le telecamere quando ancora l’allarme in villa non era inserito. Erano ben informati, a loro agio. La caccia al basista è già iniziata. I rapinatori hanno agito con molta sicurezza, pochi movimenti scomposti. La polizia scientifica non ha trovato nessuna traccia.