“Draghi al Quirinale? No, grazie”: al vertice di centrodestra più compatti che mai (Video)

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Si è svolto a Villa Grande il vertice del centrodestra. Con il padrone di casa, Silvio Berlusconi, i leader della Lega, Matteo Salvini, quella di Fdi, Giorgia Meloni, e quelli dei partiti centristi, Lorenzo Cesa, Giovanni Toti e Maurizio Lupi. E stavolta il dolce era solo per lei. Le pere al vino rosso, che tanto erano piaciute a Giorgia Meloni, lo scorso 20 ottobre, nelle precedente reunion a villa Grande, sono state l’omaggio di Silvio Berlusconi alla leader di Fdi. Per tutti gli altri babà di dessert, dopo i ravioli burro, salvia e pomodoro, il filetto di manzo e le verdure di contorno. E come due mesi fa insieme ai leader dei partiti di centrodestra, al tavolo ha preso posto Gianni Letta, gran consigliere del Cavaliere. Al tavolo, oltre al padrone di casa, Berlusconi, Giorgia Meloni con Ignazio La Russa, Matteo Salvini, Lorenzo Cesa, Giovanni Toti e Maurizio Lupi.

Il centrodestra ha analizzato la situazione politica, economica e sanitaria

Sul tavolo “l’analisi della situazione politica, alla luce della complessa situazione economica e sanitaria”. Lo spiega la nota unitaria fatta uscire al termine del vertice. Berlusconi, Salvini, Meloni, Toti, Cesa e Lupi parlano di “intesa e sintonia di una coalizione che oggi governa con ottimi risultati la maggioranza delle regioni italiane e che aspira a tornare al governo del Paese”. I leader fanno inoltre sapere che il centrodestra “affronterà unito tutti i prossimi appuntamenti istituzionali ed elettorali. Dall’elezione del Capo dello Stato fino alle prossime elezioni amministrative e politiche”. Un percorso che lega a doppio filo le strategie dell’alleanza. L’unità deve innanzi tutto passare per la prova del Colle, dove le ambizioni di Berlusconi dovranno essere declinate nel contesto ancora del tutto fluido.

I leader: “Rappresentiamo la maggioranza del Paese”

“Il centro-destra affronterà unito tutti i prossimi appuntamenti istituzionali ed elettorali nel rispetto delle scelte fin qui compiute da ciascuna delle sue componenti. E nella consapevolezza della comune responsabilità di rappresentare la maggioranza naturale degli italiani. Un’Italia che guarda all’Europa e al mondo orgogliosa della propria storia e della propria identità”. La riunione tra i leader dei partiti e dei movimenti politici del centro-destra, convocata “per discutere della situazione politica,  economica e sanitaria”. “Il vertice ha confermato l’intesa e la sintonia di una coalizione che oggi governa con ottimi risultati la maggioranza delle regioni italiane e che aspira a tornare al governo del Paese, sulla base di valori comuni e di un programma condiviso, per unire e non per dividere, per far crescere l’Italia nella libertà”.

Il centrodestra ha parlato anche del Quirinale, rinviando però la decisione

“Abbiamo parlato evidentemente anche” dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. “Il centrodestra sarà unitario, abbiamo rimandato ogni decisione a dopo Natale, ai primi dell’anno”. Lo ha affermato Silvio Berlusconi in una dichiarazione alle tv al termine del vertice. Sottolineatura su cui ha insistito Fratelli d’Italia: “Per noi – avrebbe detto Giorgia Meloni, rivolta a Berlusconi e Salvini – è facile appoggiare il nostro candidato, quello di centrodestra, ma se a voi Draghi chiede il voto che farete?”. Da qui la richiesta di una regia permanente dell’alleanza con vista sul Colle, che sappia muoversi in base a quello che succederà da qui al voto, a partire dalle candidature che verranno messe in campo.

Il dato da cui partire saranno le ambizioni di Draghi

A chi lo ha visto oggi Berlusconi, che ancora non ha ufficializzato alcuna candidatura, è apparso come uno che vuole candidarsi, avendo le carte (i voti) per poterla spuntare. Una candidatura su cui tutti gli alleati hanno ribadito, tra un brindisi e una battuta, di volersi spendere con lealtà. Il dato da cui partire, è chiaro a tutti, saranno le ambizioni di Draghi, su cui Lega e Fi hanno già posto un primo ostacolo, invitandolo a restare a Palazzo Chigi. Ma resta evidente che si tratta solo di una prima mossa, su cui Giorgia Meloni ha preferito restare in disparte.

La riflessione di Gianni Letta

Proprio il tema del Quirinale, a quanto apprende Adnkronos, è stato al centro della riflessione che Gianni Letta ha voluto condividere: mi pare che la situazione sanitaria e la pandemia siano purtroppo di nuovo preoccupanti – sarebbe stato il suo ragionamento -. Quindi anche sulla vicenda della corsa al Colle dobbiamo mantenere grande prudenza, aspettando l’evoluzione delle cose. Non escludendo uno stato di necessità, insomma, che congeli le caselle. Sia Palazzo Chigi che il Quirinale. Sul tema, dopo il confronto si è deciso di rivedersi tra il 10 e il 12 di gennaio. Prima invece, la prossima settimana, entro fine anno, si riuniranno i responsabili degli enti locali per la discussione e il coordinamento in vista delle elezioni dei delegati regionali.