Spaccio ed estorsione nel carcere di Velletri: droga pagata dai familiari con ricariche telefoniche, 33 arresti/FOTO
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Dalle prime luci dell’alba, su delega della Procura della Repubblica di Velletri, i Carabinieri della Compagnia di Velletri, nelle province di Roma, Viterbo, Frosinone, Rieti, Latina e Chieti. Con il supporto dei comandi dell’Arma territorialmente competenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari.
Velletri, spaccio ed estorsione nel carcere
Emessa dal GIP presso il Tribunale di Velletri, nei confronti di 33 persone, per lo più italiane (di cui 5 donne). 11 destinatarie di custodia cautelare in carcere. 22 agli arresti domiciliari. Tutte gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente (art. 73 D.P.R. 309/90), estorsione (art. 629 c.p.) ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti (art. 391 ter c.p.). 16 le persone destinatarie delle odierne misure cautelari sono già detenute in carcere.
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Droga pagata dai familiari con ricariche telefoniche
L’articolata e complessa indagine portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine a vari episodi di spaccio all’interno della casa circondariale di Velletri (oltre a due episodi di estorsione, per percosse e minacce subite da uno degli indagati e da alcuni familiari, per forniture di sostanze stupefacenti non pagate), commessi tra gennaio e giugno 2023 all’interno del citato istituto di pena per un volume d’affari di circa 80.000 €.
Nel corso dell’indagine sono emersi elementi indiziari in ordine alla presenza di un collaudato sistema, finalizzato all’ingresso nella casa circondariale dello stupefacente, sia cocaina che hashish, che veniva occultato, unitamente a generi alimentari confezionati sottovuoto e beni di prima necessità, all’interno di pacchi destinati ai detenuti, inviati tramite spedizionieri e una volta all’interno della struttura ceduta anche a terzi. Gli ordini di droga venivano pagati tramite ricariche su carte prepagate da parte di figli, mogli, fidanzate, fratelli, nonni, zii e amici dei detenuti.
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