Due finanzieri morti sulle Alpi durante un’esercitazione: sono oltre 500 l’anno le vittime della montagna

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Due finanzieri soccorritori sono morti mentre salivano in cordata una via nel cuore delle Alpi Giulie Occidentali, sul Monte Mangart, al confine tra Italia e Slovenia.

Aperta un’inchiesta sui due finanzieri morti sulle Alpi

I corpi senza vita sono stati ritrovati nella notte alla base della parete del Piccolo Mangart di Coritenza, dove da ieri mattina Giulio Alberto Pacchione di 28 anni e Lorenzo Paroni di 30 anni, entrambi finanzieri a Tarvisio, stavano risalendo la via Piussi, una via di sesto grado che percorre il verticale pilastro Nord. I due giovani erano in attività ufficiale di addestramento come finanzieri ed erano attesi in caserma in serata. La dinamica dell’incidente avvenuto in servizio è al vaglio della Procura di Udine.

Entrambi facevano parte anche della stazione di Cave del Predil del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico: Lorenzo era a tutti gli effetti già un Tecnico del Soccorso Alpino, mentre Giulio era un aspirante soccorritore e avrebbe dovuto a breve sostenere l’esame di ingresso per entrare nel Corpo. Le dinamiche dell’incidente sono al vaglio degli inquirenti, ma ad una prima valutazione si sarebbe trattato di una tragica fatalità, con un probabile crollo o distacco dall’alto che ha trascinato entrambi giù. Impossibile al momento valutare l’ora dell’incidente e a che punto della parete sia avvenuto. I due non risultavano raggiungibili né tramite dispositivi telefonici né attraverso dispositivi radio che avevano al seguito.

I colleghi in caserma intorno a mezzanotte sono andati a Fusine Laghi e poi nei pressi del Rifugio Zacchi, dove era parcheggiato il loro mezzo. Una volta giunti a piedi alla base della parete hanno trovato i corpi. Il recupero dei due giovani, ancora legati in cordata, è avvenuto questa mattina intorno alle 8:30, con l’elicottero della Protezione Civile e le salme si trovano all’obitorio di Tarvisio presso il Cimitero Plezzut, dove sono attesi i parenti.

Nel 2022 504 vittime della montagna

Con i due finanzieri morti sul Monte Mangart, nel cuore delle Alpi Giulie Occidentali al confine tra Friuli Venezia-Giulia e Slovenia, per una caduta in parete mentre salivano in cordata durante un’attività ufficiale di addestramento, si allunga la scia degli incidenti fatali in alta quota. Nel 2022 – secondo i dati del Soccorso alpino e speleologico – hanno perso la vita in ambiente impervio 504 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%). Ben 4297 le persone recuperate ferite in modo leggero, 1298 i feriti gravi, 228 i feriti con compromesse funzioni vitali, 3714 gli illesi (persone in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve e/o ghiaccio al suolo, oppure per incapacità e/o inadeguatezza dell’attrezzatura, calzature o abbigliamento a seguito) e 84 i dispersi. E ancora: 10367 missioni di soccorso (+9,8% rispetto al 2021) per complessive 10125 persone soccorse, di cui 5823 feriti e 504 persone decedute, dati che segnano – secondo il Cnsas – una significativa tendenza al rialzo.