Due mandati, è choc: grillini decapitati, i big vanno tutti a casa. Ecco i nomi dei non ricandidabili

grillini che se ne vanno (2)

Grillini nei guai seri. La grande mannaia del secondo mandato alla fine si abbatte sui veterani del Movimento 5 Stelle, ponendo fine alla carriera politica dei big all’interno del Movimento. Dopo il muro eretto da Beppe Grillo, anche Giuseppe Conte decide di confermare la regola aurea dei pentastellati. Gli eletti che hanno già svolto due mandati non potranno più ricandidarsi. E no, non ci saranno deroghe, nonostante il pressing forsennato di chi fino all’ultimo sperava in un ripescaggio. Dal presidente della Camera Roberto Fico alla vicepresidente del Senato e del M5S Paola Taverna, da Alfonso Bonafede a Riccardo Fraccaro. Passando per Stefano Buffagni, Carlo Sibilia, Angelo Tofalo, Vito Crimi. Condita di nomi eccellenti la lista dei sommersi.

C’è chi si consola: “Tornerò a fare l’ingenere…”

Ossia, gli eletti al secondo giro di boa (una cinquantina tra Camera e Senato) che alla fine di questa legislatura troveranno sbarrate le porte di Montecitorio e Palazzo Madama. L’Adnkronos ha contattato molti di loro. I più delusi si trincerano dietro il classico no comment, qualcuno plaude alla decisione di Conte e Grillo, altri accolgono la ferale notizia con placida rassegnazione. E non manca chi coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Il deputato Angelo Tofalo, geotecnico con master in “Intelligence e Sicurezza”, si dice “soddisfatto e felice” e già guarda oltre. “Tornerò a fare l’ingegnere, con grande gioia e voglia di misurarmi sul mercato. Svilupperò tecnologia sovrana ‘Made in Italy'”. Per l’ex sottosegretario alla Difesa, Grillo e Conte hanno fatto bene a preservare il “principio fondante” del M5S.

I grillini negano ogni delusione

“La buona politica è servizio civile, non ricerca continuativa del consenso”, dice Roberta Lombardi, assessore M5S alla Transizione ecologica in Regione Lazio ed ex deputata. Che fare, però, dei big usciti di scena? “Le competenze acquisite vanno salvaguardate e troveremo il modo”, aggiunge. No alla deroga al tetto dei due mandati? “Nulla da commentare, ci è stato detto da settimane. Cosa posso dire…”, risponde un disincantato Giuseppe Brescia, presidente della Commissione affari costituzionali di Montecitorio. Che promette: “Continueremo a essere vicini al Movimento e a dare il nostro contributo. Lo faremo fuori dalle istituzioni, per quello che potremo”. A discapito di ciò che viene raccontato da molti suoi colleghi a taccuini chiusi, Brescia giura che non c’è delusione nel Movimento.

La Taverna: io ci sono e ci sarò sempre…

Ma c’è anche chi affida il proprio commiato ai social. Come la senatrice Taverna: “Dal Movimento ho avuto tanto. Al Movimento ho dato tanto, come è giusto che sia quando si crede in qualcosa e si è spinti da ideali alti… Io c’ero, ci sono e ci sarò sempre.” La parlamentare romana sorride pensando che “forse l’eco delle mie urla contro il sistema e le sue storture continuerà a sentirsi ancora per qualche tempo a Palazzo Madama”.  Laura Bottici, membro del Comitato di garanzia M5S dice: “Ho iniziato il mio trasloco appena sciolte le Camere”. D’altro canto, però, la decisione di Grillo e Conte sui due mandati ha l’effetto di galvanizzare gli eletti alla prima legislatura, che in questo modo possono tirare un sospiro di sollievo e veder crescere le chance di una rielezione: “Per noi ci sarà più spazio nelle liste…”, sussurra un giovane…