Durigon: “Il rdc non può essere a vita, dal 2023 si cambia”. E sulle pensioni: “Non si torna alla Fornero”

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Il reddito di cittadinanza non finirà il 31 dicembre ma “dobbiamo in qualche modo dare una risposta e costruire un percorso per queste persone; pensare che possa essere un limite solo per la bassa scolarità è sbagliato: vanno affrontati questi temi con corsi di formazione, preparazione, inserimento”. Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon a 24 Mattino su Radio 24. “Certo il reddito non può essere una cosa che si dà a vita a chi può e deve andare a lavorare. La proposta che faremo al tavolo sarà quello di cominciare ad interagire per spronare queste persone a trovare il lavoro. Abbiamo idee ben precise per limitare la tempistica del reddito, con l’obbligo del contratto di lavoro con i centri dell’impiego, obbligo dell’offerta congrua e se non si accetta a casa già la prima volta”, ha spiegato Durigon.

Per il reddito di cittadinanza un tema importante è quello dei controlli e “la gestione dell’Inps è centralizzata – ha aggiunto – e non ha un rilievo di presenza sul territorio: quindi dare un po’ più di potere ai Comuni come era per il Rei è una valutazione da prendere”. Pertanto, la gestione dei controlli sul reddito di cittadinanza dovrebbe passare dall’Inps ai Comuni.

Durigon sulle pensioni: ecco l’obiettivo del governo

“Non si puo’ tornare alla legge Fornero, questo e’ l’obiettivo del governo e cercheremo di portarlo avanti”, ha aggiunto ai microfoni di Radio 24, Claudio Durigon sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali. “Il ministro Calderone ha convocato le parti sociali domani, avremo un incontro di ascolto”, ha aggiunto Durigon.