E’ Firenze la città con la più alta tassa di soggiorno. L’Aquila e Campobasso non ce l’hanno

È Firenze la città capoluogo di regione italiana con le tariffe più alte per l’imposta di soggiorno. Nella culla del Rinascimento, sono richiesti importi più alti rispetto a tutte le altre principali città del Paese per ogni singola categoria di struttura ricettiva presa in considerazione da una recente analisi di Centro Studi Enti Locali, per Adnkronos: alberghi di ogni ordine e grado, bed and breakfast e case vacanze. L’imposta di soggiorno, ricorda Csel, viene applicata per notte di pernottamento a persona, con i seguenti correttivi: vengono previste spesso riduzioni ed esenzioni di natura oggettiva (la non applicazione dell’imposta in certi periodi dell’anno) o soggettiva (esenzioni per minori, persone a mobilità ridotta o residenti) e viene previsto un periodo massimo dell’imposta, dopodiché non viene più applicata in base alle notti di pernottamento.
17 capoluoghi su 20 in Italia applicano la tassa di soggiorno
Ad oggi, sono 17 su 20 le città capoluogo italiane che applicano questo tributo. Le tre che mancano all’appello sono L’Aquila, Campobasso e Bari. Quest’ultima, però, l’ha recentemente istituita (con delibera del consiglio comunale del 25 luglio 2023) e manca all’appello soltanto l’adozione delle tariffe per iniziare a renderla applicabile. Le più moderate, al di sotto della media per ognuna delle voci ricomprese nel novero dell’analisi, sono Ancona, Cagliari, Palermo, Perugia, Potenza e Trieste. Per quanto riguarda il Comune di Venezia, sono state oggetto di analisi le cosiddette tariffe base, ovvero quelle vigenti nell’alta stagione all’interno del centro storico della città e nelle isole con principale vocazione ricettiva.

A Londra e Madrid non esiste la tassa di soggiorno
Guardando alle capitali degli altri quattro Paesi con le economie più forti del Vecchio Continente (Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna), solo due capitali su quattro hanno deciso di tassare i turisti. A Londra e Madrid a oggi non c’è una imposta analoga a quella di soggiorno. A Parigi per la taxe de séjour ci sono importi più modesti di quelli applicati a Roma: un euro per alberghi a una stella, 1,13 euro per due stelle, 1,88 euro per i 3 stelle, 2,88 euro per i 4 stelle, 3,75 euro per i 5 stelle e 5 euro per la categoria palaces. Mentre a Berlino l’imposta è proporzionale al costo del soggiorno ed è pari al 5% del prezzo della camera. Tuttavia, c’è un distinguo per i viaggi di lavoro. Sono infatti esentati dall’obbligo di versarla coloro che dimostrano di essere in città per ragioni legate allo svolgimento della p