È “Avanti ragazzi di Buda” il canto libero che abbraccia tutta l’Europa

avanti ragazzi di buda

La sinistra italiana ciancia tanto di Europa e poi ci propone una canzonetta provinciale come “Bella ciao” come vice inno nazionale. Ma chi la conosce? Sembra poi appurato che quella canzonetta i partigiani non la cantarono mai, perché venne dopo, era un canto popolare delle mondine di chissà dove. Eppure con una operazion di marketing persuasivo di cui la sinistra è maestra, è riuscita ancora una volta a mistificare la storia. E così questa filastrocca è diventata il simbolo del comunismo e addirittura dei partigiani. Per dividere gli italiani ancora una volta.

L’iniziativa di Barbaro e de Vecchis

Ma se si vuole cercare una canzone davvero identitaria e libertaria, che abbracci tutta l’Europa, la bella idea l’hanno avuta i senatori Claudio Barbaro e William de Vecchis, che hanno presentato in Senato una interessante proposta. Che è quella del riconoscimento della canzone “Avanti ragazzi di Buda” quale espressione dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica in quanto inno della rivolta contro gli invasori per la riconquista della libertà.

La storia di “Avanti ragazzi di Buda”

Scritta nel 1966 da Pier Francesco Pingitore e suonata solo negli ambienti underground della destra italiana, ben presto però la canzone si è diffusa in tutta Europa, soprattutto in Italia e in Ungheria. Oggi la cantano i ragazzi di scuola in entrambi i Paesi nell’anniversario dell’invasione dell’Ungheria da parte dell truppe comuniste nel 1956. Certo i giornaloni italiani, anche allora, passarono la cosa piuttosto in sordina, e nei decenni successivi i pavidi governi Dc-Psi attuarono una vera damnatio memoriae su quel dramma.

Nell’Ungheria il dramma dell’Europa violentata dal comunismo

Dramma che fu dell’intera Europa, perché dal dopoguerra fino al 1989 mezzo continente era sotto il tallone dell’Unione Sovietica. Che amministrava la democrazia a suon di carri armati e di muri con le mitragliatrici. E poi criticano Trump per un muro – sacrosanto – fatto dai dem. Ma questa è un’altra storia. La rivolta d’Ungheria fu la prima crepa nella famigerata Cortina di Ferro, con cui la sinistra incatenava i popoli nel suo paradiso di fame e di campi di concentramento. Repressa nel sangue, costò tremila morti agli unghresi e 700 tra i soldati invasori.

Poi ce ne furono altre di rivolte per la libertà: Polonia, Cecoslovacchia, Romania, i Paesi baltici, tutte soffocate con la violenza e tutte sottaciute dalle sinistre internazionali. Desiderose anzi di importare quel sistema anche nell’Occidente libero, magari con l’aiuto delle molte Gladio Rossa che c’erano anche nel nostro Paese.

Qual migliore canzone per la libertà?

Allora, qual migliore canzone per un’Europa libera di un canto di libertà? La storia, quella vera, andrebbe insegnata ai giovani, molti dei quali però spontaneamente già intonano “Avanti ragazzi di Buda” come simbolo di autentica libertà. Come accadde qualche anno fa ad Atreju (la festa di Fratelli d’Italia)  davanti al primo ministro ungherese Viktor Orban che si commosse davanti a una platea di giovani in piedi che omaggiava il coraggio del suo popolo.

(Foto: Ungheria news)