È morto l’ispettore capo Enrico Kauffmann, volto storico dell’ordine pubblico a Roma

Il 14 agosto 2025 si è spento Enrico Kauffmann, già ispettore capo della Polizia di Stato e per anni responsabile dell’ordine pubblico del Commissariato Trevi di Roma. Figura inflessibile durante le manifestazioni nel centro storico della Capitale, Kauffmann aveva poi intrapreso un nuovo percorso, entrando in politica dopo il pensionamento. Fu prima capo della segreteria politica di Riva Destra e successivamente responsabile dei rapporti con le Forze dell’Ordine di Fratelli d’Italia-Lazio.
A ricordarlo con parole intense è Fabio Sabbatani Schiuma, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia e fondatore di Riva Destra, che con Kauffmann aveva condiviso inizialmente momenti di forte contrapposizione, trasformati col tempo in un legame di stima e amicizia.


L’amicizia tra Enrico Kauffmann e Fabio Sabbatani Schiuma
Sabbatani Schiuma ha ripercorso il lungo rapporto con Kauffmann, nato negli anni in cui era consigliere comunale a Roma. Erano anni di piazze, sit-in e manifestazioni spesso ai limiti delle regole. L’ispettore Kauffmann, inflessibile e rigoroso, rappresentava la legge in quelle giornate concitate. Spesso lo scontro sembrava inevitabile: “muro contro muro”, racconta Schiuma.
Ma un giorno, in piazza del Campidoglio, nacque un rispetto reciproco che avrebbe segnato il futuro dei due. Da avversari divennero complici, trovando sempre il modo di muoversi “nel limite più estremo della legalità”.

Il passaggio in politica
Terminata la carriera in polizia, Kauffmann accettò l’invito di Sabbatani Schiuma a tornare in politica. Entrò nella comunità di Riva Destra, trovando nella sede di via Venezia “una seconda casa, accanto al Viminale”. Partecipò a riunioni in tutta Italia, diventando un militante leale e discreto, sempre al fianco del suo compagno di percorso.
La sua dedizione lo portò fino a Fratelli d’Italia, dove fu nominato responsabile dei rapporti con le Forze dell’Ordine. Un ruolo che gli permise di ritrovare colleghi e amici, anche se i meccanismi della politica non si adattavano al suo spirito diretto e lineare. Nonostante le idee innovative, negli ultimi anni si era progressivamente allontanato, rifugiandosi spesso lontano da Roma.
Il ricordo di Sabbatani Schiuma
Nell’addio commosso, Sabbatani Schiuma descrive Kauffmann come “tutto d’un pezzo”, capace di passare dagli sguardi duri delle piazze alla lealtà di un amico fraterno. Ricorda le cene insieme dopo il pensionamento, i blitz politici organizzati in complicità, e soprattutto le parole che Kauffmann gli aveva detto più volte: “A Fabbie’, ti voglio bene come un fratello”.
“Mi manca – scrive Schiuma – quello sguardo che col tempo si trasformò in rispetto e complicità. A Dio, amico mio, lassù ci rincontreremo e ti farò un bel blitz. Che stavolta finirà in un abbraccio”.