Ecco le dieci regole di Storace per sopravvivere a una campagna elettorale all’insegna dell’antifascismo

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Ora dobbiamo state attenti, ma molto. Politici, giornalisti, pseudo intellettuali, esponenti del cosiddetto mondo della cultura, magistrati. imbonitori di talk show mascherati da cronisti: sono tutti già pronti. A cosa? Ma a scatenare una delle più virulente campagne elettorali di sempre, sempre e solo nel nome dell’antifascismo. Dimenticavamo le truppe cammellate della Ue, i burocrati che ci minacceranno di non farci più arrivare i soldi, se avremo la sfrontatezza di votare Salvini e Meloni al governo dell’Italia. Da oggi e sino a settembre, la canea antifascista ci metterà in guardia contro i percoli del risorgente fascismo in  Italia e addirittura in Europa. Guai a voi se li votate, arriveranno i sette anni di vacche magre di biblica memoria. Che però, grazie a Draghi, sono già arrivati, con la peste, la guerra e la povertà, almeno.

Ecco il decalogo per sopravvivere i prossimi due mesi

Per aiutarci a sopravvivere a questo cannoneggiamento che andrà avanti due mesi ci ha aiutati su Libero un profondo conoscitore dela destra, Francesco Storace. Deputato, ministro, governatore della Regione Lazio. E ci ha aiutati con un decalogo di buoni consigli per non farsi fregare da chi pensa al passato anziché ai problemi dell’Italia. Primo, dice Storace, attenti al vestito: non è vero che il nero sfina, è una trapola per farvi passare da biechi fascisti. Secondo, attenti all’apologia, sempre in agguato. Fate finta di aver paura del Covid e salutate col pugnetto, mai con la mano aperta che potrebbe essere confusa. Terzo, rifuggite dall’Eur e dall’architettura razionalista di cui è piena l’Italia. Quegli edifici sono sospetti. Quarto, se andate in vacanza in Sicilia, non parlate di mafia e di Prefetto Mori. Fingete di non sentire.

Se vedete Orban o la Le Pen, fuggite subito

Quinto: con gli studenti non paragonate mai la scuola di Giovanni Gentile con quella a rotelle della Azzolina, mai. Sesto, se vedete uno straniero, magari extracomunitario, non pensate neanche che sia un clandestino. E poi si dice migrante, perché dà l’idea di una cosa nobile, da fuga dall’Egitto. Settimo, andate a Messa con prudenza, ma attenti a quello che dire, potrebbero sbattervi in Moschea ad apprendere la vera fede. Ottavo, se all’estero vedete Orban e la Le Pen, fuggite: la sinistra non ama chi governa col libero consenso. Nono, non discutete di politica sulla situazione odierna e soprattutto non rimpiangete il passato: potreste trovarvi in galera. Decimo, non rubate: solo gli antifascisti possono farlo legalmente. E prepariamoci a una campagna resa più dura dalla riduzione delle poltrone.