Ecomafie in crescita nel Lazio: oltre 2.600 reati ambientali nel 2024, uno ogni tre ore e mezza

Il Lazio sale nella classifica nera dei reati ambientali: 2.654 ecoreati nel 2024, con una media di oltre sette al giorno. È quanto emerge dal nuovo Rapporto Ecomafie di Legambiente, che certifica un peggioramento della situazione su tutto il territorio regionale. Nel Lazio, infatti, ogni tre ore e mezza viene commesso un reato ambientale. Un dato allarmante, che spinge la regione dalla sesta alla quinta posizione su scala nazionale per numero di ecoreati, con un incremento netto rispetto al 2023, quando i reati accertati erano stati 2.200. Il report di Legambiente, presentato oggi, evidenzia una crescita preoccupante delle attività illecite nel ciclo dei rifiuti e nell’abusivismo edilizio, due dei principali filoni su cui si concentra il dossier.
I numeri delle illegalità ambientali
Il Rapporto Ecomafie 2024 mette in luce tre ambiti principali in cui si concentrano gli illeciti ambientali come ad esempio i reati nel ciclo dei rifiuti: +33,5% rispetto al 2023, con 848 infrazioni accertate. Il Lazio diventa così la quarta regione italiana per numero di reati legati allo smaltimento illecito di rifiuti. Le autorità hanno denunciato 1.070 persone, effettuato 16 arresti e disposto 295 sequestri. L’abusivismo edilizio, invece, sale con un+6,7% in un anno, con 746 reati, 873 denunce e 10 arresti. Sono stati 123 i sequestri, mentre gli illeciti amministrativi superano quota 2.400. Sostanzialmente stabili, invece, i reati contro gli animali, rispetto al 2023, con 417 infrazioni registrate, 376 denunce, 2 arresti e 138 sequestri. “L’ecomafia è una piaga in aumento nel Lazio”, denuncia Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. “Le discariche abusive e il cemento illegale rappresentano una minaccia concreta, soprattutto nelle province di Roma e Latina”.

Roma e Latina in testa alla classifica dei reati ambientali
La Capitale è il cuore pulsante del fenomeno: 1.021 reati ambientali registrati solo nella provincia di Roma nel 2024, che la posizionano quarta su scala nazionale. Subito dopo, nella graduatoria regionale, c’è Latina, dove i reati sono saliti a 613, contro i 588 del 2023 e i 485 del 2022. Un trend in crescita costante, che porta il territorio pontino all’11° posto in Italia, dopo essere stato 12° lo scorso anno e 16° due anni fa. Seguono, nel Lazio, Frosinone con 216 reati, Viterbo con 200 e Rieti con 140 infrazioni ambientali. Nel dettaglio del ciclo dei rifiuti, Roma è la quarta peggior provincia con 300 reati, seguita da Latina (219), Frosinone (99), Viterbo (79) e Rieti (42). Anche per l’abusivismo edilizio, la Capitale si colloca in decima posizione nazionale con 138 reati, mentre Latina è 12ma con 123 infrazioni.
La denuncia di Legambiente: “Basta sanatorie, servono regole e impianti efficienti”
Il report di Legambiente non si limita ai numeri, ma lancia un appello alle istituzioni, soprattutto regionali, affinché si metta un freno concreto all’illegalità ambientale. Secondo l’associazione, occorre intervenire con una strategia chiara che combini prevenzione, pianificazione e sanzioni efficaci. “Per fermare gli ecoreati nel ciclo dei rifiuti – spiega Scacchi – è indispensabile costruire una gestione virtuosa fatta di raccolta differenziata sana e impianti per il riciclo diffusi sul territorio”. “Per quanto riguarda l’abusivismo edilizio – aggiunge – non possiamo permetterci proposte legislative che prevedano nuove sanatorie o condoni, come quelle su cui continua a lavorare la Regione Lazio. Queste scelte incentivano l’illegalità, nella speranza che arrivino poi salvagenti normativi a posteriori”.
Ancora troppe zone grigie
A livello nazionale, il report fotografa una criminalità ambientale radicata e in espansione, soprattutto nelle regioni a “tradizionale presenza mafiosa” – Campania, Calabria, Sicilia e Puglia – che restano in vetta alla classifica nera. Il Lazio, però, si colloca subito dopo, consolidando il suo primato negativo tra le regioni del Centro Italia. Con oltre 2.600 ecoreati nel 2024, la regione si conferma terra di frontiera dell’illegalità ambientale, un territorio dove traffici illeciti di rifiuti, abusi edilizi e violenze contro gli animali trovano ancora terreno fertile, spesso nella complicità di vuoti normativi e controlli carenti.