Effetto dazi su Roma, il caro spesa colpisce caffè, frutta, carne e latte: gli alimenti a rischio salasso

Un supermercato di Roma, arriva l'effetto dazi

Contenuti dell'articolo

A Roma, il carrello della spesa pesa sempre di più sulle famiglie, e lo scenario internazionale con i dazi Usa in pieno corso di svolgimento non offre garanzie. I prezzi degli alimentari segnano un rialzo medio del +3,3% su base annua. Il caffè vola a +21,1%, la frutta incide per +9,8%, le carni salgono del +4,3%, mentre latte, formaggi e uova registrano +3,8%. Il tutto in un contesto di incertezza crescente: i dazi annunciati dagli Stati Uniti per agosto, che impongono tariffe fino al 20 – 30% su importazioni dall’Unione Europea, potrebbero amplificare la pressione sui prezzi anche in Italia, favorendo rincari indiretti sui beni alimentari provenienti dall’estero.

Inflazione sotto controllo, ma Roma sopra la media

Nonostante il caro-spesa, l’inflazione generale della Capitale resta moderata. A luglio, l’indice consuntivo dei prezzi al consumo a Roma cresce del +1,9% su base annua, leggermente più del dato nazionale (+1,7%) ma sempre sotto la soglia del 2% fissata dalla BCE per la stabilità dei prezzi.

La variazione mensile si limita al +0,2%, segnale di un rallentamento confermato anche a giugno. Secondo stime Bankitalia e Commissione Europea, l’inflazione italiana nel 2025 si manterrà tra l’1,5% e 1,8%, con un lieve rialzo atteso nel 2026.

Giubileo: nessuna fiammata sui prezzi turistici

L’afflusso di pellegrini e turisti per il Giubileo non ha causato sparate inflattive nei settori dell’ospitalità e della ristorazione. Nei primi sei mesi dell’Anno Santo, non sono emersi aumenti anomali nei prezzi di hotel, ristoranti o servizi di accoglienza. Un segnale di tenuta inatteso, che però dovrà essere monitorato con attenzione nella seconda parte dell’anno, quando maggiore pressione sulla domanda potrebbe tradursi in rialzi più marcati.

Servizi e altri beni: pressioni miste sul carrello

I servizi restano il comparto più influente nell’andamento dei prezzi, con un aumento dell’1,1% su base mensile. Seguono alimentari e bevande (+0,7%) e altri beni (+0,3%). Tra le variazioni positive, abbigliamento e calzature registrano un +1,4%. I prezzi del gas calano dell’1% e quelli dei grandi elettrodomestici del 1,3%. I prodotti energetici e tecnologici, invece, esercitano un effetto calmierante, registrando entrambi un calo dello 0,2% nel mese di luglio.

Previsioni incerte: dazi, export e potere d’acquisto a rischio

Le prospettive per la seconda metà del 2025 restano sfumate di incertezza. L’impatto ritardato dei dazi USA potrebbe riverberarsi lungo le catene del valore, spingendo i prezzi di importazione e alimentando l’inflazione. I dazi su beni italiani quali vino, formaggi o macchinari potrebbero abbassare le esportazioni e ripercuotersi sui prezzi interni. Le previsioni indicano comunque un’inflazione europea sotto il 2% anche nei prossimi anni.

Scenario recente: inflazione moderata, ma famiglie in affanno

Nel biennio 2022–2023, Roma ha vissuto una escalation dei prezzi: la Camera di Commercio stimava che due imprese su tre fossero costrette ad adeguare i listini per far fronte agli aumenti. Oggi, l’inflazione è più contenuta, ma è la pressione alimentare – quella sui beni di prima necessità – a diventare il centro dell’attenzione. L’Osservatorio Federconsumatori segnala che il carrello della spesa cresce del +3,4%, con un impatto stimato di oltre 535 euro all’anno per famiglia, di cui circa 190 solo per alimenti di base
Federconsumatori
.

Dazi come moltiplicatori di prezzo
I dazi statunitensi, pur non avendo ancora prodotto aumenti diretti per i consumatori italiani, rappresentano una minaccia concreta. Secondo analisti, potrebbero innalzare i costi di beni come caffè, frutta, vino e prodotti confezionati, aggravando l’effetto sul potere d’acquisto locale. Le imprese affrontano potenziali perdite di export fino a miliardi di euro, con ripercussioni su occupazione e prezzo finale. Le politiche nazionali ed europee saranno chiamate a intervenire, per proteggere famiglie e tessuto produttivo.