Elezione di un parlamentare senza voti: e può rappresentarci ancora?

Elezione parlamentare

Domanda: ma che legittimità ha l’elezione di un parlamentare se vota solo appena l’11 per cento degli elettori? E ancora: sono un votante del collegio che ha “eletto” Cecilia D’Elia. Quando la neodeputata voterà per il presidente della Repubblica, davvero rappresenterà il corpo elettorale con 21mila voti validi su 185mila aventi diritto?

Ecco, nessuno si pone il problema di una schifezza elettorale priva di rappresentanza reale? Per carità, auguri alla D’Elia perché, come si dice, gli affari sono affari e nessun altro candidato ha raggiunto i 22mila voti che servivano per batterla. Ma è desolante pensare che la cifra elettorale equivalga a poco più di un elettore su dieci.

Elezione parlamentare senza voti: deprimente

Se si continua lungo questa strada – per di più per un Parlamento che conta ancora mille parlamentari mentre il popolo ne ha decisi 600 con un referendum – è la democrazia ad uscirne menomata.

Il discorso varrebbe pari pari se avesse vinto Simonetta Matone. Magari da questa parte saremmo stati più contenti, ma la questione non cambia. Tanto più col Parlamento che sarà ridotto di numero, esso potrà continuare ad essere eletto sulla base di voti non rappresentativi?

Se vota metà del corpo elettorale – nella migliore delle ipotesi – mantenere i numeri dei seggi pari al momento dell’indizione dei comizi, è come se si raddoppiasse la posta in palio.

Invece, se il popolo non vota, dovrebbe scattare un meccanismo sanzionatorio, almeno per una certa soglia: se l’elettore non vota, devi rappresentare solo chi lo fa. Vota il 50 per cento? Assegni il 50 per cento dei seggi. Sono i partiti a dover convincere i cittadini a votare, non possono approfittare dell’astensionismo per gabbare chi li rifiuta in blocco.

Si preoccupano solo degli on. “positivi”

Certo, è un discorso complesso da far accettare a chi fa le liste. Ma è davvero deprimente assistere all’elezione parlamentare di chi non ha consenso e chesi salva solo perché dall’altra parte ci sta chi ne ha meno ancora.

(E se la gente non va più a votare è anche perché dopo ogni sconfitta – è il caso del centrodestra a Roma che sta diventando un collezionista di musate elettorali – non succede mai nulla).

Si preoccupano solo dei parlamentari positivi per il voto al Colle e non dei cittadini che restano a casa.