Elezioni Europee, sindaci ed ex sindaci candidati: da Amatrice a Firenze, passando da Bari e Roma, chi ce l’ha fatta e chi no

Elezioni Europee
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Elezioni Europee, è tempo di bilanci. Dopo la “conta” dei voti ecco che non solo i partiti, ma anche i singoli candidati possono avere il “termometro” del loro gradimento personale. Vediamo come è andata per i tanti sindaci in carica, ma anche per gli ex Primi Cittadini, che hanno approfittato di questa tornata elettorale, scendendo in campo per testare consensi o, in taluni casi, per accrescere la propria esperienza politica.

L’occasione, infatti, era davvero ghiotta. Ma hanno fatto tutti bene a presentare la loro candidatura?

Sindaci ed ex del cratere sismico 

Partiamo dal centro Italia, dove non possiamo non rilevare lo straordinario risultato – anche se non raggiunge l’obiettivo Europa – raggiunto dal Sindaco di Arquata del TrontoMichele Franchi (PD), che raccoglie più di 9 mila voti. E addirittura il 68% delle preferenze nel suo Comune distrutto dal terremoto. 

“Sarà mio compito”, ha dichiarato, “pungolare i miei compagni di partito che approderanno a Bruxelles sul tema ricostruzione delle aree terremotate del centro Italia”.

Non sorride invece Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice, ex Fratelli d’Italia ed ex Lega, ora approdato nel calderone di Cateno De Luca, che raccoglie più km in camper che voti in cabina elettorale.

E proprio nelle sue presunte roccaforti (Rieti, Roma ed Amatrice) riesce a racimolare poco più di 1500 preferenze. Dopo essere stato cacciato dai vertici nazionali della politica ora è abbandonato anche dalla sua gente? Sembrerebbe proprio di sì.

La “vendetta” di Marino

A 11 anni esatti di distanza dal giorno in cui era entrato in Campidoglio come sindaco, Ignazio Marino, contro ogni aspettativa, si prende la sua rivincita dopo le dimissioni forzate dal Pd. L’ex sindaco di Roma è infatti risultato il primo degli eletti nel suo partito, Alleanza Verdi-Sinistra, superando candidati più quotati come Massimiliano Smeriglio. Marino passa in Europa con 22.029 preferenze e una frecciata a Renzi, che invece non ce l’ha fatta: “Per quanto riguarda Matteo Renzi, penso che gli abbiamo fatto un grande favore, perché temo che per le norme del Parlamento europeo non potrebbe fare il conferenziere e guadagnare 2-3 milioni all’anno”, ha dichiarato.

Doppia vittoria per Mimmo Lucano

Mimmo Lucano è doppiamente felice. Non ha soltanto raggiunto il traguardo Strasburgo, ma è anche tornato ad essere sindaco (per la quarta volta) di Riace. Con il 46,31% delle preferenze infatti i suoi concittadini gli hanno dato fiducia rieleggendolo come sindaco dopo la condanna per il caso migranti. E sono ben 188 mila i voti quelli che ha raccolto e gli hanno permesso di arrivare al parlamento europeo. Una doppia vittoria che sa di rivincita e di rinascita, alla faccia di chi pensava che fosse finito.

Uscita… felice per Giorgio Gori e Dario Nardella

Tornata elettorale vincente per il sindaco uscente di Bergamo, Giorgio Gori (PD). Gori ha infatti ottenuto quasi 210 mila voti e ottenendo così un posto al parlamento europeo per il collegio Nord Ovest.

Festeggia anche Dario Nardella (PD), sindaco uscente di Firenze. Per lui più di 100 mila preferenze nella circoscrizione della Toscana centrale, che gli consentono un seggio in Europa. Un risultato strepitoso, secondo Nardella, in una campagna elettorale difficile, “che consolida il rapporto profondo che ormai da anni sento di avere con la città e i fiorentini”. Analizzando il voto di Nardella, c’è da notare che ha superato quello della segretaria Dem Elly Schlein sia a Firenze che in provincia: 60.721 preferenze per l’ex sindaco contro le 50.691 della Schlein a Firenze, 24.456 voti contro 12.862 in provincia, sempre a favore di Nardella.

Antonio Decaro il più votato del Pd

Chiudiamo la carrellata con il sindaco di Bari Antonio Decaro: con i suoi 490 mila voti è mister preferenze del Pd, strappando a Stefano Bonaccini (fermo a 376 mila voti), presidente dell’Emilia-Romagna, il primato nel partito.