Emergenza rifiuti, cinque regioni in soccorso di Roma. Ma la tariffa schizza alle stelle
Sembra essere stata scongiurata almeno fino a fine anno l’emergenza rifiuti a Roma. Grazie a un accordo sottoscritto tra Ama e cinque regioni italiane. Che si sommano alla Toscana e alla Campania, che già accolgono nei loro impianti la spazzatura della Capitale. Così l’immondizia dell’Urbe andrà in Abruzzo, nelle Marche, in Puglia, in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia. Per circa la metà delle 1500 tonnellate prodotte al giorno. Mentre il restante rimarrà diviso tra l’impianto di Rocca Cencia (che ad oggi non può trattare più di un quinto del materiale) e le altre regioni che già prima si erano rese disponibili. Cioè lo stesso Abruzzo, la Toscana e la Campania. Nel frattempo, fino al 30 giugno la regione Lazio ha autorizzato temporaneamente l’impianto di Viterbo ad accogliere il supplemento di rifiuti di Roma. Insomma, chiaramente si tratta di una soluzione ponte. Per evitare un’estate a rischio sanitario. Ma il nodo rimane sempre quello di dove realizzare la futura discarica. Che dovrà essere comunque classificata come temporanea. Perché il PNRR non prevede nuovi invasi da realizzare sul territorio nazionale.
Sul tavolo del ministro Cingolani le ipotesi di Albano e Roccasecca. Ma i sindaci non vogliono altri rifiuti, e intanto la Tari schizza alle stelle
A Roma una nuova discarica almeno per ora sembra che non si possa fare. Tramontata l’ipotesi di Monte Carnevale tra arresti eccellenti e ricorsi, l’amministrazione a 5 Stelle sembra intenzionata a non indicare nessun sito. Anche perché tra poco si vota, e così la patata bollente passa alla regione e a Zingaretti. Ma sul tavolo del ministro per la transizione ecologica Cingolani le proposte operative scarseggiano. Così si parlerebbe ancora di Albano. Anche se il sindaco grillino ha minacciato di smontare l’impianto bullone su bullone, se venisse fatta questa scelta. E su Roccasecca dei Volsci. Con la possibilità che da viale Cristoforo Colombo venga autorizzata la realizzazione del quinto invaso. Un’ipotesi però che anche in questo caso vede fortemente contrari cittadinanza e amministrazione. Con il sindaco Giuseppe Sacco (a capo di una colazione civica) che già in passato aveva minacciato di togliersi la fascia da primo cittadino. Nel caso in cui nel suo comune arrivassero altri rifiuti dalla Capitale.
Insomma, la confusione e l’incertezza restano alte. Ma una cosa sicura c’è. La tariffa dei rifiuti passerà da 150 a 200 euro a tonnellata. È il prezzo che Ama e l’amministratore unico Zaghis hanno dovuto pagare per ottenere il consenso delle regioni italiane disponibili. Ma tanto, sono soldi in più che verranno scaricati tempestivamente sulle bollette pagate dagli incolpevoli contribuenti romani.
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