Esodati, il caso dell’Ama: in 207 senza reddito da novembre. La protesta dei sindacati

ama spazzatura

In una nota la Fp Cgil Roma Lazio scrive: “A novembre scorso 207 dipendenti di Ama, con i requisiti per andare in pensione entro i successivi cinque anni, hanno firmato l’accordo per usufruire delle agevolazioni previste dal contratto di espansione.

Un passaggio possibile grazie ad un accordo sottoscritto, presso il Ministero del Lavoro, tra azienda, organizzazioni sindacali ed Inps, nello stesso accordo era previsto che con la loro fuoriuscita Ama assumesse nuovi operatori con il contratto di apprendistato.

Il caso

Per poter perfezionare il tutto Ama doveva presentare, ad Inps, una garanzia tramite una polizza fidejussoria o versando, in contanti, tale garanzia. Già oltre un mese fa – spiega ancora – avevamo chiesto ad Ama di spiegare come mai gli ex lavoratori, non stessero percependo né stipendio, né pensione, né indennità, il tutto con enorme disagio di chi, oggi, si trova con spese da pagare e nessuna fonte di sostentamento”.”Siamo venuti così a sapere – prosegue il sindacato – che in Azienda qualcuno aveva dimenticato di dare seguito al pagamento verso Inps”.

Pratica liberata il 24 marzo

Solo il 24 marzo il Cda avrebbe deliberato il pagamento, in rata unica, della somma a garanzia delle somme che dovrebbe erogare Inps. Solo il 10 aprile, a valle della relativa comunicazione autorizzativa dell’Inps, Ama ha proceduto al pagamento della componente di contribuzione correlata come da certificazione di Inps, inviando contestualmente all’Istituto copia del modello F24 attestante il pagamento protocollata dall’Agenzia delle Entrate. Ad oggi, però, a ridosso di maggio, i 207 ex lavoratori di Ama non hanno ricevuto neanche un centesimo da Inps”.

I sindacati

“Questa – aggiunge la Fp Cgil di Roma e Lazio – situazione sta creando enormi disagi a donne e uomini che fino al 30 novembre avevano un lavoro ed uno stipendio dignitoso, ed oggi si ritrovano a doversi inventare per mettere insieme il pranzo con la cena. Al punto che oggi hanno inviato una pec all’Azienda, ad Inps, al sindaco e, per conoscenza, a noi sindacato, chiedendo di risolvere in fretta questa situazione riservandosi di ricorrere alle vie legali. Riteniamo che il presidente Pace debba farsi parte attiva per risolvere rapidamente questo problema. Allo stesso tempo chiediamo che si chiariscano le responsabilità su questa grave vicenda gestita dall’allora capo del personale Antonio Migliardi, lui già in pensione prima di iniziare la collaborazione con Ama”, conclude il sindacato.