Estorsioni e spaccio a Santa Marinella: blitz all’alba, 5 arresti (FOTO E VIDEO)

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“Non paghi? Allora ci pensiamo noi”. Non si faceva scrupoli a ricorrere alla violenza, con rapine, minacce e furti, la banda sgominata questa mattina dai Carabinieri di Civitavecchia, nell’ambito dell’Operazione Tattoo. I militari hanno eseguito un blitz contro una rete criminale dedita a spaccio di drogaestorsioni e rapine aggravate. Coordinati dalla Procura della Repubblica, gli agenti hanno arrestato cinque persone, tre finite in carcere e due agli arresti domiciliari.

Minacce e violenze per costringere a pagare i debiti

Le indagini, avviate diversi mesi fa, hanno svelato un’intensa attività di spaccio di cocaina nell’area di Santa Marinella. La banda operava con un meccanismo ben rodato: forniva la droga ai clienti locali e, in caso di mancato pagamento, non esitava a ricorrere alla violenza per recuperare i soldi.

Gli investigatori hanno scoperto che due vittime, indebitate per 4.000 euro, erano state minacciate e costrette a saldare il debito. Gli indagati non si sono fermati alle parole: hanno sequestrato con la forza le auto delle vittime, rivendendole per ottenere il denaro.

Rapine e intimidazioni: la morsa della banda

Durante le indagini, è emersa anche una grave rapina aggravata ai danni di uno dei debitori. In questo caso, gli arrestati avrebbero usato la forza per sottrarre beni di valore, minacciando e terrorizzando la vittima. Un aspetto particolarmente inquietante riguarda la figura di un esponente di spicco della banda, considerato il fulcro delle dinamiche estorsive.

Un’operazione strategica contro il crimine

L’Operazione Tattoo rappresenta un successo importante nella lotta contro il traffico di stupefacenti e la criminalità organizzata. Grazie alla collaborazione tra i Carabinieri di Civitavecchia e la Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Alberto Liguori e dal Sostituto Procuratore Mirko Piloni, si è potuto smantellare una rete che agiva tranquillamente sul territorio. Le indagini non si fermano qui: gli inquirenti continuano a lavorare per ricostruire tutti i dettagli delle attività illecite e individuare eventuali complici.