Ex Orange Futbolclub, l’assegnazione passa per il Tribunale: a maggio l’udienza di merito

Orange Futbolclub al bando l'impianto sportivo

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Ex Orange Futbolclub, storia infinita. Le sorti dell’ex club dei VIP di viale degli Olimpionici a Roma sono rimandate a maggio. Il 21 maggio, infatti, i giudici del Tribunale di Roma esamineranno il ricorso presentato da H2O, la società che, in associazione temporanea d’impresa (ATI) con Concept e Integra, aveva partecipato al bando per l’assegnazione della prestigiosa struttura, venendo però esclusa nonostante avesse ottenuto il punteggio più alto sia per l’offerta tecnica che per quella economica.

E a quel punto, sarà interessante vedere chi aveva ragione e chi pagherà il conto di questa gestione a dir poco maldestra della vicenda.

Ex Orange, assegnazione controversa

Il Campidoglio ha deciso di assegnare la gestione dell’ex Orange Futbolclub all’Associazione Sportive Sociali Italiane (ASI), presieduta dal senatore Claudio Barbaro (Fratelli d’Italia), attuale sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel governo Meloni. Una mossa che ha suscitato più di una perplessità. Perché tutta questa fretta nel chiudere la pratica, nonostante il ricorso pendente al TAR? E perché assegnare la gestione a un’associazione la cui offerta era inferiore rispetto a quella dell’ATI H2O-Concept-Integra?

L’esclusione

A far scattare l’esclusione dell’ATI è stata una presunta irregolarità nel Piano Economico Finanziario (PEF). Secondo la Commissione, non sarebbe stato asseverato nel modo giusto: invece di essere certificato da una banca o una società di revisione, era stato asseverato da un commercialista.

Ora, il punto è questo: nel disciplinare di gara non c’era scritto da nessuna parte che l’asseverazione dovesse essere obbligatoriamente rilasciata da una banca o da una società di revisione. Insomma, quasi un cavillo burocratico. Non solo: inizialmente, l’ATI era stata esclusa perché, secondo gli uffici comunali, un documento non era stato presentato nei tempi. In realtà, il documento era stato inviato correttamente, ma “smarrito” tra le carte del Comune. Dopo il chiarimento, la riammissione. Ma poi, come per magia, è spuntato un nuovo cavillo per escluderla nuovamente: il PEF non andava bene. Un iter a ostacoli che, casualmente, ha finito per avvantaggiare ASI, nonostante un’offerta tecnica ed economica inferiore.

Una struttura che fa gola

L’ex Orange Futbolclub non è certo un impianto di secondo piano. Situato in viale degli Olimpionici, è stato per anni il punto di riferimento per lo sport d’élite a Roma, attirando vip e sportivi grazie a investimenti milionari. Il precedente gestore ha speso 5 milioni di euro, a cui si aggiungono i 4 milioni messi dall’amministrazione capitolina. Un impianto di primissimo livello, insomma.

L’ex Orange Futbolclub non è un impianto qualunque. Il precedente gestore aveva investito ben 5 milioni di euro per renderlo uno dei poli sportivi più esclusivi di Roma. A questi si aggiungono 4 milioni di fondi pubblici stanziati dal Comune. Un impianto di questo valore merita il miglior progetto possibile, ma qui sorge la domanda: quale criterio è stato usato per scegliere il vincitore? Perché a quanto pare, l’ATI esclusa aveva presentato un’offerta migliore sia dal punto di vista tecnico che economico.

Il ruolo dell’ASI e le implicazioni politiche

L’assegnazione all’ASI ha sollevato dubbi, non solo per le modalità con cui è avvenuta, ma anche per il profilo del vincitore. Il senatore Claudio Barbaro, presidente dell’ASI, è una figura di spicco in Fratelli d’Italia e ricopre attualmente un ruolo di rilievo nel governo. Questa coincidenza ha alimentato sospetti di favoritismi politici, con alcuni esponenti della sinistra che hanno accusato il Comune di elargire favori alla destra. Viene da chiedersi se qualcuno stia cercando di farsi nuovi amici o di evitare nemici scomodi.

Difficile non porsi delle domande: perché questa assegnazione frettolosa? Perché ignorare il ricorso al TAR? E soprattutto, perché escludere un’offerta migliore sulla base di cavilli che appaiono forzati? A rispondere saranno, a maggio, i giudici del tribunale ordinario.

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