Fahimeh Karimi, è giallo dopo l’appello social. Teheran: “Non è mai stata condannata a morte”

Fahimeh Karimi

L’allenatrice iraniana di pallavolo Fahimeh Karimi non è stata condannata a morte. Lo precisa l’Ufficio per le pubbliche relazioni del tribunale di Pakdasht, citato dall’agenzia di stampa Mehr, secondo cui “il caso è oggetto di indagine, e finora nessuna sentenza è stata emessa dalle autorità giudiziarie per l’imputata Fahimeh Karimi e le notizie pubblicate online si basano su informazioni false”. La donna ha condiviso per 34 giorni la cella con Alessia Piperno, la blogger romana che era stata arrestata il 28 settembre scorso a Teheran nell’ambito delle proteste in corso per la morte di Mahsa Amini e rilasciata il 10 novembre.

Il quotidiano La Stampa ha tenuto per diverse ore in apertura la notizia della condanna a morte della donna iraniana con una sottoscrizione on line.

«Appello per la vita di Fahimeh Karimi.
Egregi Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore in Italia della Repubblica islamica di Iran
Gholamhossein Mohseni Ejei, capo della magistratura iraniana
Antonio Tajani, Ministro degli Esteri.
Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo, madre di tre bambini piccoli, è stata arrestata a Pakdasht, nella provincia di Teheran, oltre un mese e mezzo fa. L’accusa sarebbe quella di aver sferrato dei calci a un paramilitare in una delle manifestazioni che hanno fatto seguito alla morte di Mahsa Amini, la giovane di 22 anni presa in custodia dalla polizia morale iraniana, il 16 settembre scorso, per via di una ciocca di capelli che sfuggiva al suo hijab.
Karimi è stata prima detenuta nella prigione di Evin, poi trasferita in quella di Khorin».

Alcuni canali televisivi legati alle Guardie della rivoluzione hanno pubblicato oggi il video di una “confessione”, ritenuta forzata, di Mohsen Shekari, il 23enne arrestato durante le proteste in Iran e impiccato in mattinata dopo la condanna a morte. Lo fa sapere Bbc Persia, secondo cui in uno dei video si vedono ferite inflitte sul volto del ragazzo.